sabato 29 dicembre 2012

[città (e campagna) elettorale] un mese alle elezioni

L’istruzione pubblica è la forma più comune della peste razionalista che imperversa nel mondo dal XVIII secolo (dopo le ultime pesti nere). Se approfondite un poco la nozione di democrazia, scoprirete presto che essa si fonda su postulati razionalistici. In verità, democrazia e razionalismo non sono che due aspetti, uno politico, l’altro intellettuale, di una stessa mentalità. Essa si è sviluppata nel XVIII secolo nell’aristocrazia, che vi vedeva niente di più di un gioco. Durante tutto il XIX secolo essa è scesa nella borghesia e nel popolo; e qui è diventata una tirannia. Prima c’erano la Ragione e i sentimenti. Ora ci sono il razionalismo e il sentimentalismo. [Denis De Rougemont]

 Nel downtown le case (buildings) ti vengono addosso, ma basterebbe non alzare gli occhi al cielo su questi mostri astratti e fessi, come si fosse al paesello, in campagna. Io a S.Francisco l'ho fatto perchè non ero mai stato in città (Roma è il paesello) e non lo sapevo,  e così se ci ritorno su ogni volta è il terremoto, senza crolli ed urla, ma caspita.
 Ma non è questo il punto: il fatto è che nessuno ne parla, perchè succede solo a me? O perchè siamo ormai tutti idioti, e non c'è nulla da fare.
 La città elettorale è la fiera ideale di questa banalità conformista. Per cominciare si chiama "campagna elettorale". Vi si sciorinano tutte le mezze verità e si glissa sulle grandi, prima tra tutte La Scuola, manco a dirlo pubblica, salvifica, generale, e amen.
E la Mozione degli Affetti a piene mani - è il sentimentalismo appunto che finge la socialità più sconfortante.

| maragliano | (..) l’organizzazione tradizionale della scuola è rimescolata profondamente. L’immersione della scuola nella nuova mediasfera ne cambia il senso, senza però riuscire a cambiarne abbastanza velocemente la struttura operativa. E poiché la nuova mediasfera racconta la contemporaneità, la scuola perde il suo contatto funzionale tradizionale con la società, faticando però a costruirsene uno nuovo. |
Questa (intelligente) è parte di una narrazione in voga che con il linguaggio castrato dell'apparato evita accuratamente di uccidere la gallina dalle uova d'oro dell'intellettuale d'area e del sindacalista con distacco: la Scuola Burocratica, che fin quando esiste... Cinquant'anni da quando li sento che ripetono libri e lezioni simili, così DenisDeR. fa la figura del pazzo, la faccia del folle. Ed io con lui a dissimulare passo passo gioventù e forza negli stalag d'europa.


 E a proposito sempre di visioni e di crolli, di vertigini interne, venendo da Parigi, una stretta alla bocca (dello stomaco) sulle Alpi occidentali e poi sulla Maremma, via anche le linee aeree dal mio orizzonte urbano: perchè di questo si tratta, non c'è più campagna nè sulle Alpi appunto nè sulla Toscana verdeggiante per le tornate elettorali, la città è sempre più un modus vivendi, un plastico a dimensione reale da sorvolare in tempo irreale. Una gita a Rimini e Riccione, a visitare l'ItaliaInMiniatura coi maestri e le mamme appresso. 
Questa critica del burocraticismo, state per dirlo, è un’accozzaglia di luoghi comuni. Ma ce n’è bisogno, ahimè, tanto più che la maggioranza degli elettori li considerano come tali. E non mi considererò battuto quando mi si sarà fatto notare che la maggior parte degli intellettuali sono convertiti da tempo a queste idee antidemocratiche: è tempo che esse sconfinino da questa cerchia ristretta e distinta. Ci sono da fare le grandi pulizie, c’è da creare un’intensa corrente d’aria che porterà con sé tutte queste statistiche e questi giornali, ne resterà sempre abbastanza per accendere fuochi di gioia, ecc. Bene. Immaginiamo che tutto questo sia stato fatto. Respiriamo. Ma voi mi aspettate già al varco e m’intimate di dire in che modo, ora, intendo comportarmi per preparare i tempi nuovi. Domanda enorme. Avrò l’ingenuità non meno enorme di abbozzare qui la risposta che le riservo? 

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