giovedì 12 gennaio 2012

Calendario_2012

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Ovvero un calendario dei prossimi eventi a cui partecipereremo o ci piacerebbe partecipare e che vi consigliamo



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Ogni anno l'Associazione Subalpina Mathesis organizza un ciclo di conferenze e seminari che vengono proposti durante il periodo ottobre-maggio. Il ciclo di quest'anno si intitola: conoscenze e competenze matematiche, riconosciuto dall'Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, lettera del 09/05/2011, prot. n. 8341. Le conferenze proposte sono molte e tutte di elevata qualità pur nel ventaglio di una offerta molto diversificata. Al termine del ciclo di conferenze verrà rilasciato ai partecipanti che lo richiedano un attestato di frequenza.




geometria-piccina | Francesca Ricci

Il Laboratorio di Educazione Matematica (LEM), in collaborazione con docenti di alcune scuole di Poggibonsi, organizza una serie di incontri - laboratori presso l'Università di Siena (Complesso didattico di S. Miniato e Dipartimento di Scienze Matematiche ed Informatiche “Roberto Magari”) rivolti agli insegnanti ed allievi delle scuole toscane.Gli incontri sono gratuiti.
E' gradita l'iscrizione preventiva all'indirizzo: francescaricci@unisi.it.

mercoledì 11 gennaio 2012

Vento del Nord

online.scuola.zanichelli.it/contaci/clara bertinetto
Ecco un nuovo corso di matematica per le scuole medie traduzione di un libro finlandese, al primo posto in Europa nelle indagini OCSE-PISA, e adattato alle consuetudini didattiche della scuola italiana.
Con Contaci! la lezione in classe è vivace e operativa e coinvolge tutta la classe.
Si parte dall’osservazione di esempi reali per arrivare ai concetti e ai modelli, attraverso gli esercizi si consolida l’apprendimento.
Con l’e-book per la LIM il professore può rendere più efficace la lezione attraverso le animazioni e con gli esercizi interattivi da far svolgere ai ragazzi sulla LIM.
Nel sito:

martedì 10 gennaio 2012

il problema formidabile della scuola


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Ma anche accettando che la cultura tecnoscientifica
possegga doti taumaturgiche nei confronti della società,
resta il problema di come impartirla: e si arriva al proble-
ma formidabile della scuola. La crisi della scuola scaturi-
sce da tre fattori principali, tutti riconducibili allo svilup-
po della tecnologia: in primo luogo docenti e discenti
non riescono più a comunicare tra loro, perché il divario
generazionale sottende un divario di organizzazione cere-
brale dovuto alle diverse esperienze neonatali e infantili.
Secondo: da luogo unico (e protetto) di trasmissione del
sapere, la scuola subisce sempre più la concorrenza di al-
tre fonti di conoscenza, diffuse e informali, ma potenti (la
televisione, internet"), che operano in modi più accatti-
vanti e meno sistematici, Infine ci sono i rapporti tra la
scuola e il resto della società. In un’epoca dominata dal-
l'economia e dal mercato, la società tende a subordinare
a sé la scuola, che dovrebbe rinunciare alle sue pretese di
indipendenza culturale per limitarsi a preparare (a fabbri-
care) persone adatte a inserirsi nel processo produttivo.
Di fronte a questa imposizione, la scuola si trova in un
doppio vincolo o si adegua e diventa una cinghia di tra-
smissione della produzione, ma allora e destinata a spari-
re perché le singole aziende possono preparare i propri
tecnici assai meglio di una scuola pubblica a largo spet-
tro; oppure cerca di mantenere la propria autonomia, no-
nostante e contro la società che la circonda e, non dimen-
tichiamolo, la finanzia: ma anche in questo caso è desti-
nata alla sconfitta, perché nessuna società basata sull’utile
continuerebbe a investire in un ente improduttivo e po-
tenzialmente critico.


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Nonostante le resistenze, dovute alla funzione tradizio-
nale della scuola, organo di riproduzione (dell’élite) della
società e perciò estremamente consevatrice, la tendenza
attuale sembra essere quella di piegare la scuola alle esigen-
ze economiche e produttive. E' probabile che questa
tendenza contribuisca a un’accelerazione delle caratteristi-
che più omologanti della nostra realtà: del resto la tenden-
za all’omologazione è implicita nell’attività scientifica e tec-
nica, in cui la selezione delle idee e dei prodotti (specie se
avviene su scala mondiale) porta al rapido trionfo del pen-
siero unico o del prodotto unico.
Filosofi, artisti e letterati saranno pure, come sostiene
Snow, supponenti, litigiosi e ignoranti di scienza, ma forse
(dico tre volte forse) possono rappresentare un antidoto
minimo all’omologazione. Di fronte alla vastita e comples-
sità del mondo dato, gli umani hanno sempre cercato di
ricostruire la realtà, o una sua parte, per creare un ambien-
te più semplice e a loro misura. Per compiere questa rico-
struzione, sono sempre ricorsi agli strumenti e ai linguaggi
dell’arte, del mito, della poesia, della scienza e della tecno-
logia. L’uomo ricostruisce il mondo secondo criteri di eco-
nomia o addirittura di sopravvivenza. Questi criteri porte-
rebbero facilmente all’uniformità: l’operare artistico o poe-
tico contiene invece forti componenti soggettive, opera in
base ad esigenze emotive, espressive, etiche ed estetiche e
a bisogni spirituali e simbolici che non si possono ricon-
durre facilmente a motivazioni mareriali o economiche.
l'artista ha bisogno di esprimere la sofferenza, l’amore, la
bellezza, il mistero della vita, la terribile realtà della nascita
e della morte. Questo filtro soggettivo opera contro l’omo-
logazione.



martedì 3 gennaio 2012

Le curve di Bézier

I metodi per calcolare e disegnare una curva sono computazionalmente molto semplici ed efficienti [grafica vettoriale, in computer-grafica: lazo poligonale, bacchetta magica o penna... a te la scelta: io uso la penna..]. Bézier stabilì un modo di realizzare le ... 

lunedì 2 gennaio 2012

GEOMETRIA PICCINA

Martedì 7 Febbraio 2012 dalle 17,00 alle 19,00
presso il COMPLESSO DIDATTICO S. MINIATO
"GEOMETRIA PICCINA"
esperienza raccontata da insegnanti della scuola dell'infanzia del 1° Circolo Didattico di Poggibonsi
Martedì 21 Febbraio 2012 dalle 10,00 alle 13,00 presso il DIPARTIMENTO di MATEMATICA "IL GIARDINO DI PITAGORA" - esposizione per le classi della scuola media raccontata da allievi della scuola media "Leonardo da Vinci" di Poggibonsi 
Martedì 21 Febbraio 2012 dalle 14,30 alle 16,30presso il DIPARTIMENTO di MATEMATICA "IL TEOREMA DI PITAGORA IN CLASSE" - laboratorio per gli insegnanti della scuola media presentato da allievi della scuola media "Leonardo da Vinci" di Poggibonsi coordinati da Antonella Castellini e Lucia Fazzino 
Martedì 28 Febbraio 2012 dalle 17,00 alle 19,00 presso il COMPLESSO DIDATTICO S. MINIATO - LABORATORIO di "GEOMETRIA PICCINA" - condotto da insegnanti della scuola dell'infanzia del 1° Circolo Didattico di Poggibonsi 
Martedì 20 Marzo 2012 dalle 15,30 alle 19,00presso il COMPLESSO DIDATTICO S. MINIATOPERCORSI E RACCONTI" - laboratorio di topologia per gli insegnanti della scuola elementare e media condotto da Antonella Castellini, Lucia Fazzino e Rosa Santori 
Martedì 3 Aprile 2012 dalle 15,30 alle 19,00 presso il COMPLESSO DIDATTICO S. MINIATOGEOMETRIA SENZA METRIA" - laboratorio di topologia per gli insegnanti della scuola media e superiore condotto da Antonella Castellini, Lucia Fazzino e Rosa Santori
Responsabile: dott. Francesca Ricci

Piano dei Mantellini, 44 – 53100 SIENA – Tel. 0577/233734 – Fax 0577/233712 - francesca.ricci@unisi.it

NOTA
lo spirito dell' iniziativa [ Poggibonsi, 24 febbraio 2011 ] La scuola si fa insieme.

Poggibonsi, 24 febbraio 2011 AI GENITORI DEL 1° CIRCOLO DIDATTICO
A SCUOLA PER RI-SCOPRIRE LA MATEMATICA
Si comunica che le adesioni al percorso sulla matematica 1° modulo con la prof.ssa Castellini sono stati superiori ai 22 posti disponibili per ogni turno. Il Consiglio di Circolo ha quindi proceduto ad un’estrazione. La Sv è risultata estratta, pertanto Le chiediamo di confermare l’impegno a partecipare a tutti e due gli incontri consegnando all’insegnante di classe il tagliando sotto riportato entro venerdì 25 febbraio.  Gli incontri si terranno nell’aula pianterreno CTP del plesso V. Veneto ore 17,30-19.30


L’obiettivo di questo progetto è quello di far scoprire o ri-scoprire la matematica. Ci rivolgiamo a :
Chi apprezzava questa materia perché potrà vederla sotto aspetti diversi magari del tutto sconosciuti
Chi ha rotto con lei su un banco di scuola e viene colto da sgomento ogni volta che ne sente parlare perché avrà la possibilità di far pace con la matematica e magari scoprire che “non è poi così astrusa”
L’idea è quella di mostrarvi come, nella scoperta matematica, la fantasia si unisca alla logica, sollecitarvi a porvi domande “Poiché il porsi delle questioni e dei perché è ancora più difficile che saper risolvere problemi e questioni, ed è sicuramente più bello.”(Emma Castelnuovo ) e mettervi un po’ nei panni dei vostri figli.
La matematica contribuisce in modo determinante alla formazione delle competenze del cittadino e avvia gradualmente, al ragionamento matematico come strumento per l’interpretazione della realtà. Quindi non può essere considerata, come invece lo è da molti, solo un bagaglio astratto e inutile di notizie.
Vi proporremmo dei percorsi che partono dall’osservazione di oggetti quotidiani e altri che riguardano più esattamente situazioni e attività che svolgono i vostri figli in classe.
1° Modulo: GEOMETRIA PICCINA
coordinato dalla prof. A. Castellini
rivolto ai genitori dei bambini della Scuola dell’Infanzia e classi 1° e 2° Primaria
mercoledì 2 marzo ore 17,30-19.30
giovedì 10 marzo ore 17,30-19.30
I genitori partecipanti sono quindi pregati di GARANTIRE la presenza A ENTRAMBI gli incontri.


Laddove i partecipanti sapessero di non poter essere presenti ad uno o più incontri sono pregati di ritirare la loro disponibilità in modo da poter essere quanto prima sostituiti chiamando entro lunedì 28 febbraio allo 0577 936268 (scuola) o 3332518550 (Serafini V.).
Si prega di restituire tramite le insegnanti il tagliando di conferma sottostante compilato entro venerdì 25 febbraio 2011 ).
Buon divertimento
Il Dirigente Scolastico
Manuela Becattelli


Aritmetica - Addizione 
Aritmetica - Divisione 
Aritmetica - Moltiplicazione 
Aritmetica - Sottrazione 

arxiv.org


Pochi giorni fa però quattro ricercatori dell’Università di Vienna hanno pubblicato su arxiv.org (l’archivio ad accesso libero di articoli accademici di fisica e matematica) un test statistico che permette di scoprire le tracce delle manipolazioni elettorali. 
Gli autori -Peter Klimek, Yuri Yegorov, Rudolf Hanel e Stefan Thurner – hanno analizzato i dati delle ultime elezioni in Austria, Finlandia, Spagna, Russia, Svizzera, Uganda, Regno Unito e Stati Uniti, soffermandosi sui dati di ciascun distretto elettorale. Hanno poi messo in un grafico (vedi sotto), per ciascun distretto, la percentuale di votanti contro la percentuale di voti per il partito vincente. Così facendo ottengono un’impronta digitale statistica per ogni consultazione elettorale.
L’impronta digitale delle ultime elezioni in 8 paesi, dall’articolo di Klimov et. al. Nel cerchio rosso, i dati più sospetti di Russia e Uganda.

domenica 1 gennaio 2012

un conformismo della curiosità


L’istruzione pubblica è una peste razionalista

Freinet Comunista http://www.ecn.org./filirossi/freinet e il Denis De Rougemont di L’istruzione pubblica è una peste razionalista

Dall’età di sei anni s’istruiscono i nostri bambini a non porsi domande di cui non abbiano appreso la risposta a memoria. Guardate uno scolaro eseguire i compiti, è sorprendente: impara le domande altrettanto bene delle risposte. Bisogna riconoscere che con questo non so che di declamatorio, di… giornalistico, di ampollosamente vuoto, questo vi dà una certa aria democratica… e d’altronde voi amate le idee generose, non è vero?

Ne ero sicuro. Ciononostante ho paura che il mio progresso non sia il vostro, e anche che la sua natura lo conduca in una direzione completamente opposta.
C’è molta malevolenza nell’aver inventato uno strumento di progresso: bisogna ancora saperlo mettere in moto - e dove portarlo? Ci sono molte strade, ma voi non amate il rischio, preferite il surplace. Così l’istruzione pubblica si è fermata ai dintorni del 1880 e da allora non si è più mossa. Il motore non consuma di meno, e non ha smesso di borbottare e di appestare tutto. E poco a poco il pubblico si rende conto che "lo strumento di progresso" non è che un camuffamento sotto il quale si distilla il radicalismo integrale. Mi si farà osservare che molti serventi della macchina sono socialisti o conservatori: ecco che questo non cambia il rendimento, l’immagine né la natura dei prodotti secreti.
Ammetto che trovo tutto questo molto forte: aver ottenuto un conformismo della curiosità. È vero che non ci vorrebbe di meno per assicurare la sicurezza di un regime stabilito nelle poltrone; perché un popolo di elettori fantasiosi sarebbe a volte tentato di tirare bruscamente queste sedie, scherzo ben noto e che ridicolizza immediatamente le sue vittime.In fatto di scherzi, fingerete di trovar buono questo: io sostengo che la scuola è un’istituzione conservatrice. - Nemmeno questo! Essa è destinata a legittimare con la forza dell’inerzia e a perpetuare tutto ciò che viene dopo Numa.
Conservatrice e non reazionaria, no, per nulla. Perché le forze di reazione collaborano a loro modo al progresso, correggono, stimolano, vivono. La Scuola si accontenta di essere fossilizzata. È un freno? Neanche. È piuttosto una melma in cui sprofonda la nostra civiltà; e dove la Democrazia può conservarsi ancora per secoli… Ora, se dico che la Scuola è contro il progresso, è perché il progresso consiste nel superare la Democrazia. E questa tesi non va contro l’evoluzione naturale dell’umanità, come tuttavia non mancherete di dire, con il senso del cliché che è un omaggio ai vostri maestri.
Per mezzo dell’istruzione pubblica, la Democrazia limita l’uomo al cittadino. Si tratta dunque di oltrepassare il cittadino, di ritrovare l’uomo tutto intero. In questa operazione distinguo due fasi: prima criticare l’esistente - attraverso il confronto con ciò che fu, o che dovrebbe essere; poi, preparare il terreno per i nuovi giochi che l’umanità del futuro non mancherà di inventare. Non posso trattenermi dal vedere un intento provvidenziale in questo amore della distruzione e dell’anarchia che è in noi - ancora pochi lo ammettono. Perché forse la nostra generazione dovrà limitare i propri sforzi a distruggere, radere al suolo, e fare dei segni nel vuoto con la possibilità di correre grossi rischi.
Criticare il presente nel nome del passato non significa desiderare un ritorno al passato. Ma prendere in considerazione i regimi antichi può condurci a constatare, nulla di più, che il nostro sedicente progresso sociale corrisponde a un arretramento umano. Per esempio, è un progresso aver rimpiazzato le gerarchie tradizionali, con tutto l’ampio sfondo di poesia e di grandezza che questa parola comporta - quali ne fossero allora le realizzazioni - con delle gerarchie da mezzemaniche la cui origine è un ripiego, il cui metodo è la poltroneria redditizia, il cui spirito è la gelosia irrancidita armata di pedanteria, per non parlare del decoro, degli odori, della polvere, delle piccole abitudini sordide e di quella materia raramente “igienica” che definisce la nostra epoca: la scartoffia?

Questa critica del burocraticismo, state per dirlo, è un’accozzaglia di luoghi comuni.

Ma ce n’è bisogno, ahimè, tanto più che la maggioranza degli elettori li considerano come tali. E non mi considererò battuto quando mi si sarà fatto notare che la maggior parte degli intellettuali sono convertiti da tempo a queste idee antidemocratiche: è tempo che esse sconfinino da questa cerchia ristretta e distinta. Ci sono da fare le grandi pulizie, c’è da creare un’intensa corrente d’aria che porterà con sé tutte queste statistiche e questi giornali, ne resterà sempre abbastanza per accendere fuochi di gioia, ecc. Bene. Immaginiamo che tutto questo sia stato fatto. Respiriamo. Ma voi mi aspettate già al varco e m’intimate di dire in che modo, ora, intendo comportarmi per preparare i tempi nuovi. Domanda enorme. Avrò l’ingenuità non meno enorme di abbozzare qui la risposta che le riservo?
L’istruzione pubblica è la forma più comune della peste razionalista che imperversa nel mondo dal XVIII secolo (dopo le ultime pesti nere). Se approfondite un poco la nozione di democrazia, scoprirete presto che essa si fonda su postulati razionalistici. In verità, democrazia e razionalismo non sono che due aspetti, uno politico, l’altro intellettuale, di una stessa mentalità. Essa si è sviluppata nel XVIII secolo nell’aristocrazia, che vi vedeva niente di più di un gioco. Durante tutto il XIX secolo essa è scesa nella borghesia e nel popolo; e qui è diventata una tirannia. Prima c’erano la Ragione e i sentimenti. Ora ci sono il razionalismo e il sentimentalismo.
Questo razionalismo trionfa non soltanto nei princìpi democratici e in quelli della Scuola, ma anche in tutta la moderna conduzione della vita. È il nostro americanismo e la nostra aridità sentimentale. Ed è il grande impedimento interiore di cui soffre la nostra immaginazione creativa; esso isterilisce le nostre utopie ed impedisce loro di diventare altro che utopie. Si tratta in primo luogo di smascherarlo e di dargli la caccia ad ogni passo della nostra vita. Ma questo primo obiettivo costituisce un programma così ricco che è superfluo formularne un secondo. Lasciamo questo pensiero a generazioni più libere d’immaginare, in grado di beneficiare della nostra collera giacobina e di questa formidabile esperienza negativa che sarà durata almeno due secoli.L’evoluzione dell’umanità sembrerebbe conforme alla dialettica hegeliana; vi si ritrovano facilmente le triadi: essere - negazione dell’essere - nuovo essere. La nostra epoca sarebbe il secondo tempo di una di queste triadi. Il suo razionalismo nega l’essere sotto tutte le sue forme, traduce tutto in relazioni e vuole rendere ogni relazione cosciente, ossia, per lui, calcolabile, computabile. Nella misura in cui ci riesce, uccide le esistenze particolari, a meno che queste non siano già morte. Ma verrà il tempo in cui esse rinasceranno ad una vita nuova e più completa, ad un grado superiore di incoscienza, se così posso dire. Allora toccherà all’istinto integrare la ragione.
Credo che ci stiamo avvicinando a questo tempo. E che il vero progresso vuole che si contrasti tutto ciò che ostacola questo avvento. È per questo che rivendico l’espulsione della congregazione radicale degli insegnanti.Mi si domanda ancora che cosa metterei al loro posto. E dal momento che non propongo niente di preciso, si canta grossolanamente vittoria.Avrei voluto vedervi chiedere a un suddito di Luigi XIV che cosa concepiva in luogo della monarchia assoluta. Ci sarebbe voluta certamente una fantasia prodigiosa al predetto suddito per rappresentarsi appena vagamente la nostra attuale civiltà. E anche Diderot, anche Rousseau, alla vigilia della Rivoluzione, sospettavano forse che la repubblica ricercata si sarebbe abbandonata, appena cent’anni dopo,a questo ballo di San Vito politico di cui niente, nel loro tempo, poteva offrire la minima prefigurazione?
Bene, deducete da questa similitudine le formidabili possibilità che ci riserva il secolo a venire, e comincerete a comprendere che il vostro scetticismo nei confronti della forma sociale che invochiamo senza conoscerla e che già si elabora segretamente, che questo disprezzo e questo scetticismo sono di un ridicolo schiacciante, sotto il quale non tarderete a perire.


da Il Riformista, 30 novembre 2005

il libro dell'officina matematica

http://www.anobii.com/books/L_officina_matematica_Ragionare_con_i_materiali

L'Officina matematica raccoglie nove lezioni di Emma Castelnuovo e documenta sei anni di esperienza delle attività laboratoriali presso la Casa-laboratorio di Cenci nel comune di Amelia (TR).
"Guardo, osservo e poi passo dal concreto all'astratto, cioè matematizzo il fenomeno osservato", con queste parole Castelnuovo spiega il significato e il ruolo della matematica nel processo di osservazione e di comprensione del mondo. Nelle lezioni presentate in questo libro ci sono diverse attività-problemi che partono dall'osservazione concreta di semplici fatti ottenuti utilizzando i cosiddetti materiali poveri (pezzi di spago, blocchetti di argilla, sbarrette, elastici, ecc.). Rettangoli formati con lo stesso pezzo di spago hanno lo stesso perimetro, la misura della loro area genera una curva, la parabola, che è la stessa curva che descrive una palla da gioco; triangoli formati con lo stesso pezzo di spago formano invece un'ellisse che è la stessa figura che calpestiamo quando camminando per strada mettiamo il piede sull'ombra di un segnale stradale circolare.
Il ruolo del 'materiale' nella scoperta matematica è uno dei temi cari alla ricerca di Castelnuovo: mettere le mani in pasta, sui materiali per andare verso l'astrazione. L'autrice dà un percorso storico a questo modo di procedere (dalla duplicazione del cubo di Menecmo al metodo meccanico di Archimede, a Galileo) per giustificarne l'efficacia come metodo didattico; un metodo che qualche decennio fa appariva non solo povero didatticamente ma anche fuorviante rispetto all'astrattezza dei fondamenti logici e puri della matematica. L'anziana ricercatrice testimonia, con la sua lunghissima attività, che partendo da materiale semplicissimo si possono costruire tutti i capitoli della matematica. Tra i problemi semplici, quelli di massimo e minimo permettono di attraversare tanti livelli di astrattezza della matematica. In una delle lezioni pubblicate in questo libro, ne presenta due che si possono affrontare con ragazzi della secondaria di primo grado: con un filo di ferro si costruiscono dei poligoni, quale di essi ha l'area massima? Con una certa quantità di argilla si possono formare dei solidi (cubo, cilindro, piramide) tutti dello stesso volume, quale di questi ha la superficie minima?
Per quanto attiene più da vicino l'aritmetica, Castelnuovo si sofferma sui problemi di proporzionalità, che nascono nella notte dei tempi, dal famoso Papiro di Rhind, passando per Talete, Archimede, Brahmagupta, e che fino a oggi sono sempre stati incontrati dall'uomo, soprattutto nelle situazioni di lavoro e in generale nell'economia. Sulla proporzionalità inversa, presenta un'esperienza fisica legata alla capillarità, nella quale si utilizzano due vetri uniti da un lato con delle mollette e dall'altro separati da stuzzicadenti; i vetri vengono messi a contatto con dell'acqua colorata posta in una bacinella; l'acqua risale lungo i vetri per capillarità formando un'iperbole. Questa semplice esperienza fa vedere il profondo legame non solo tra l'aritmetica (proporzionalità inversa) e la geometria (iperbole) ma anche tra la matematica, la fisica, la botanica e le scienze in generale.
La geometria, osserva Castelnuovo, ha subìto negli ultimi anni una caduta di interesse da parte sia degli studenti, sia degli insegnanti, i quali senza particolari direttive da parte di nessuno si sono tacitamente uniti in questo rifiuto, molto spesso per pigrizia di entrambi: difficoltà nell'apprendere e difficoltà nell'insegnare. Occorre evidentemente recuperare questo interesse, perché la geometria ha un ruolo formativo indispensabile. Lo studio attraverso i materiali e l'osservazione del movimento potrebbero, a suo avviso, portare l'apprendimento di questa disciplina su un piano più pratico e osservativo, facilitandone il ritorno nella scuola.
Nella seconda parte del libro sono pubblicate quattro attività laboratoriali dell'Officina matematica: 1. Spago ed elastico; 2. Dal problema dell'ubriaco alla teoria dell'evoluzione di Darwin; 3. Una matematica ...a tutto tondo; 4. Angoli e ombre. Conclude il libro una conversazione tra Franco Lorenzoni ed Emma Castelnuovo.

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