il più bel gioco matematico è il calcio, subito dopo è il pensare con parole (ce n'è un'altro?), infine..
L.N.Tolstoj, sembra che non scrivesse Guerra e Pace a cavallo, doveva scendere come tutti; e allora? Meglio il calcio. Scendiamo in campo e via.
Si diceva negli anni sessanta in Italia, e non senza motivo, che "quella squadra non ha geometrie" : le linee che disegnava la palla erano confuse e aggrovigliate? beh, allora, non c'era "gioco di squadra". Ma non era questione dell'allenatore o del tecnico a bordo campo, di cose che attenevano al collettivo. Le geometrie, se c'erano, nascevano nella testa pensante del giocatore, e si propagavano, se colte, sul campo e nello spazio che vi insisteva sopra. Geometrie nel piano e nello spazio, geometrie mai lineari.
Quindi cosa pensa il giocatore? Cosa dice?
Meglio Chomsky, se non c'è Zeman, o Lacan?
Il gioco d'interdizione, poi, è vario, non sempre e solo destruens, eh! Insomma c'è da dire...interdire...disegnare: calcolare.
Qui, giocando al calcio, è chiaro che i calcoli che si fanno nascono senza parole, apparentemente, si pensa con i piedi. E non è indifferente che i giochi con le mani siano banali e asfittici - dettati, non temi da sviluppare. Sono per lo più curve pre-disegnate, perimetri tichitaca, che riportano la partita su altri piani, noiosi in fondo, e fittizi.
Le mani(d'altro canto) sono, apparentemente, troppo sapienti, il dialogo con la mente che si determina [la mente che si determina / è forse un bel gioco (A.Rosselli)] è povero in quanto iperdeterminato.
Con i piedi si pensa meglio, parliamo di pensare non raziocinare, pensare nell'estensione completa in termine.
il calciatore calcola, d'istinto il campione, diligentemente il pedatore, pesantemente l'allenatore. ma pensa? che dice? quell'ansia di arrivare in porta che trattiene, dettando il gioco nella zona o al compagno, ariosa o pressata dall'interdizione, cosa dice/disegna..
nei videogames la trama è sottesa, tutto è stato calcolato nella scrittura del software, si tratta solo di ripercorrere con la mente le trame. non c'è il corpo!
ed è da richiamare il Nietzsche giovane che in riviera, inondato di luce e mediterraneo, si prometteva di non elaborare da quel momento in poi niente in cui il corpo non avesse avuto una sua parte.
il mentale non esiste, è una sciocca ipotesi di lavoro del perdigiorno: accettasi tesi, no perditempo.