gli Insiemi Numerici 2 / Achille e la tartaruga
| http://youtu.be/sd9WPXFgNus [3] | http://youtu.be/E7zuj8eqJvk [1] |
webing:"le tre parti...
LICEO SCIENTIFIOCO “F. BRUNO”Ai Genitori degli alunni delle classi I A e II A
A lezione, alla fine di ogni ora risolveremo insieme in classe le difficoltà che abbiamo incontrato sul pc.19 studenti si sono già registrati nel sistema dall’inizio dell’anno scolastico, 9 di questi, fino al termine del primo quadrimestre, hanno anche attivamente partecipato alle esercitazioni proposte consegnando nel sistema il lavoro prodotto e utilizzando l’assistenza a distanza del professore (commenti/osservazioni ai file consegnati) per migliorarlo, reiterando più volte il processo.
Giggi er bullo [San Toro e il suo pard er fatto (un fattone, direbbero alla garbatella, quotidiano)]Il cretino di talento ["Chi non lavoraaa / Non fa l'ammoreee" (autunno caldo 1969 -2012)]Maria La Filippa [il maschione]: responsabile della formazione di milione di donne ben oltre la sua mission aziendale di riferimento, le shampiste. E' una professionista.Chi cazz' l'ha visto [la maschietta]: piglio da tenutaria (a Figarezza, secondo A.Delfini) fa da collegamento con le truppe del pomeriggio che lavorano ai fianchi le signore del popolo che fanno la calza sotto la ghigliottina.Landini [ini, ini, ini] ingrassa e farà presto Alì Landroni, è nu veru Babà: insidia la scena a Crozz i' muurt [un maestro di penzziero, 'Vitti 'na crozza'], allo stesso Giggi, alla Famiglia Guzzandi-grandi-uzzolandi.
Nell'Aprile del 1973, con la firma del contratto di lavoro dei Metalmeccanici e la conquista di 150 ore retribuite per la formazione, si concludeva una importante stagione di lotte sindacali e se ne apriva un'altra che avrebbe realizzato una estesa generalizzazione di quella conquista contrattuale e assicurato un forte e decisivo impulso di rinnovamento per la scuola italiana.
Fabbrica e Scuola incrociavano allora le rispettive problematicità, entrambe attraversate da grandi movimenti di trasformazione per nulla riconducibili agli schemi classici della cultura politica e sindacale di quel primo ventennio di storia repubblicana.
§ Perché le "150 Ore"?
§ Perché la più importante categoria dell'industria sceglieva di destinare alla formazione una parte dei benefici contrattuali ottenuti con lunghe e costose lotte?
§ Quale idea di scuola e quale bisogno di formazione avevano dato origine a una scommessa così impegnativa?
Ritorniamo trent'anni dopo a interrogarci su quel "passaggio storico" perché nella scuola, nel sindacato, nel lavoro sociale sentiamo il bisogno di ritrovare oggi un equivalente di pari forza a quella coppia "Fabbrica e Scuola" che nel 1973 racchiudeva significati di portata strategica.
Il Movimento Sindacale incontrò grande difficoltà a gestire politicamente quella sua conquista e ben presto ne lasciò la gestione agli operatori scolastici. Non fu un disconoscimento di paternità, ma il movimento sindacale non seppe allora interrogarsi sulle ragioni di quelle difficoltà. La Scuola fu madre adottiva delle "150 Ore", talvolta matrigna, e pur tuttavia lì sono state investite molte energie e lì sono maturate esperienze entusiasmanti e generose, talvolta ingenue e spesso effimere, sempre rinnovate negli ultimi trent'anni.
Nella Scuola, nell'Educazione degli Adulti, si sono misurati in trent'anni migliaia di insegnanti, centinaia di migliaia di uomini e donne adulti di ogni condizione sociale e di ogni nazionalità hanno praticato il diritto di cittadinanza attiva nella scuola; l'offerta si è estesa in forma diffusa su tutto il territorio nazionale e su tutte le soggettività presenti nell'universo adulto. Le conquiste contrattuali del 1973 e degli anni successivi in materia di diritto allo studio si sono sviluppate quindi su un terreno fecondo e questo elemento ne ha garantito la continuità anche quando era ormai esaurita la spinta dei consigli di fabbrica e delle avanguardie sindacali.
1976, LE 150 ORE |
Intorno alla formazione in età adulta sono state realizzate esperienze di valore emblematico, ispiratrici delle intese che negli anni '90 hanno dato sostanza a quel disegno del "sistema integrato" fortemente voluto dal movimento sindacale, e sono anche cresciuti forti interessi, talvolta di natura speculativa, alimentati dagli ingenti finanziamenti del Fondo Sociale Europeo attraverso i Piani Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR).
La difficoltà a delineare a una strategia complessiva in materia di formazione espone il sindacato al pericolo di restare spettatore inerte di politiche segmentate e contraddittorie, condizionate da un neo centralismo regionale che tratta il diritto all'istruzione e alla formazione in età adulta alla stregua dell'addestramento professionale, come bisogno a domanda individuale.
Un esempio oramai classico, e ben noto anche fuori d’Italia, di insegnamento interdisciplinare nell’ambito di un metodo, è quello dell’insegnamento della matematica così come viene fatto da Emma Castelnuovo alla scuola media Tasso di Roma. Rinviamo ai documenti scritti, in particolare ai due volumi della collana Boringhieri di Didattica — Proposte ed esperienze nei quali vengono << fissate sulla carta » le esposizioni di matematica fatte dal collettivo degli allievi (senza esclusioni !!), nella primavera del 1971 e in quella del 1974 (il secondo volume e in corso di stampa mentre scrivo queste note).
Le cose hanno, certo, una loro diflicoltà intrinseca. Ma l’approccio scolastico tradizionale riesce a renderle molto, molto più diflicili di quel che non siano se affrontate in diverso modo. L’approccio tradizionale é quello grammaticale e deduttivo, pedantesco, che capovolge il processo reale della scoperta.
La scuola non deve essere fatta di aule (Hòrsaal =aula per stare ad ascoltare, dicono realisticamente i tedeschi), ma di laboratori. Il punto di partenza dell’apprendimento deve essere il problema, non la teoria bella e fatta, e la prima soluzione deve essere escogitata costruttivamente.
Poi verrà, se verra, la sistemazione rigorosa, deduttiva, la teoria compiuta.(Archimede trovava aree e volumi con un metodo costruttivo, di tipo meccanico e infinitesimale; poi rendeva noti i risultati che cosi aveva raggiunti, partendo da essi, e dimostrandoli per assurdo.
Perché mai chi impara non dovrebbe seguire la stessa via, lo stesso procedimento di chi crea?)
Credo, a questo punto, di potere e dovere dire la mia sulla organizzazione generale, sulla struttura di un corso delle » 150 ore », per il completamento della istruzione obbligatoria di otto anni, o anche per livelli superiori.
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