Non solo contro una funzione politicamente conservatrice si rivoltarono gli insegnanti di sinistra nel mitico '68 predicando il "rifiuto del ruolo", ma contro un vuoto che avevano percepito prima degli altri. Chi si adoperò per riempirlo di contenuti politici (di segno opposto naturalmente a quelli che si pensavano "voluti dal sistema"); chi scelse di mostrare il "re nudo", rinunciando ad ogni autorità perchè non c'era nulla a sostenerla; chi sognò di poter sostituire all'insegnante qualcosa che in fondo era abbastanza simile alla classica figura del "maestro": non un ruolo, cioè, ma un uomo, con la sua maturità e la sua personale cultura. Fosse pure ciascun insegnante a suo piacere sociologo oppure studioso di storia o magari matematico o, perchè no, pittore; al momento opportuno il suo gusto per la ricerca e la sua simpatia umana avrebbero saputo fargli trovare le tecniche adatte e, in ogni caso egli avrebbe saputo comunicare agli altri il senso della cultura. ** [Il piccolo Rifugio Charpoua, ai piedi dell'Aiguille Verte e del Dru.]
Utopia certo, anche se generosa, quella di pensare a 700.000 persone colte sparse nella scuola italiana.
Paola Ciambruschini |
[Notariato] La Commissione permanente dell’Unione Matematica Italiana afferma che: «L’educazione matematica deve contribuire, insieme con tutte le altre discipline, alla formazione culturale del cittadino, in modo da consentirgli di partecipare alla vita sociale con consapevolezza e capacità critica. Le competenze del cittadino, al cui raggiungimento concorre l’educazione matematica, sono per esempio: esprimere adeguatamente informazioni, intuire e immaginare, risolvere e porsi problemi, progettare e costruire modelli di situazioni reali, operare scelte in condizioni d’incertezza. La conoscenza dei linguaggi scientifici, e tra essi in primo luogo di quello matematico, si rivela sempre più essenziale per l’acquisizione di una corretta capacità di giudizio. In particolare, l’insegnamento della matematica deve avviare gradualmente, a partire da campi di esperienza ricchi per l’allievo, all’uso del linguaggio e del ragionamento matematico, come strumenti per l’interpretazione del reale e non deve costituire unicamente un bagaglio astratto di nozioni».
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