sabato 14 febbraio 2015

una giustificazione matematica

 la gioia di punire arriva al colmo quando si appoggia a una giustificazione matematica, e il disprezzo, allora, si fa sfrenato: non si tratta più di una salaud ma di una salope, gesto orale della degradazione ultima.
BARTHES
...La vérité emphatique du geste dans les grandes circostances de la vie.
BAUDELAIRE.

In tal modo viene elargito al pubblico il grande spettacolo del Dolore, della Disfatta e della Giustizia. Il catch espone il dolore umano con tutta l'amplificazione delle maschere tragiche: il lottatore che soffre sotto l'effetto di una presa ritenuta crudele (un braccio contorto, una gamba incastrata) presenta la figura eccessiva della Sofferenza; come una Pietà primitiva, lascia vedere il volto esageratamente deformato da un'afflizione intollerabile.

Si capisce che nel catch il pudore sarebbe fuori posto, in contrasto con l'ostentazione programmatica dello spettacolo, con quella Esposizione del Dolore che è la finalità stessa del combattimento. Così tutti gli atti generatori di sofferenza sono particolarmente spettacoli, come il gesto di un prestigiatore che faccia vedere ben alte le carte: non si capirebbe un dolore che risultasse senza causa intellegibile; un gesto segreto effettivamente crudele trasgredirebbe le leggi non scritte del catch e non sarebbe di alcuna efficacia sociologica, come un gesto folle o parassita.
Al contrario la sofferenza appare inflitta con larghezza e convinzione, perché bisogna che tutti non solo rilevino che l'uomo soffre, ma anche e soprattutto capiscano perché soffre.
Quella che i lottatori chiamano "una presa", cioè una qualsiasi figura che permetta di immobilizzare indefinitamente l'avversario e tenervelo a proprio piacimento, ha appunto la funzione di preparare in modo convenzionale, quindi intellegibile, lo spettacolo della sofferenza, di porre metodicamente le condizioni della sofferenza: l'inerzia del vinto permette al vincitore (momentaneo) di confermarsi nella sua crudeltà e di trasmettere al pubblico la terrificante ignavia dell'aguzzino sicuro del susseguirsi dei propri gesti: strofinare rudemente il muso dell'avversario impotente o raschiare la sua colonna vertebrale con pugno profondo e regolare, compiere almeno la superficie visiva di questi gesti: il catch è il solo sport che dia un'immagine tanto esteriore della tortura.

Ma, ancora una volta, solo l'immagine è nel campo del gioco, e lo spettatore non desidera affatto la sofferenza reale del lottatore, gusta solo la perfezione di un'iconografia. Non è vero che il catch sia uno spettacolo sadico: è soltanto uno spettacolo intellegibile. Roland BarthesMiti d'oggi, Einaudi. kripaX

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