domenica 14 aprile 2013

Coursera

per l'addestramento si fa così[magari dopo parliamo di scuola che se ne va..]

Per prima cosa vi iscrivete, con email e password, e scegliete un corso. Un paio di settimane prima dell'inizio vi arrivano i materiali in digitale, comprese eventuali dispense dell’insegnante. Il programma è diviso in settimane. Le videolezioni, generalmente in inglese (ma anche in altre lingue, compreso un corso sulla meccanica quantistica in italiano), durano sui 10-15 minuti. Per fissarli meglio, i concetti chiave vengono "scritti" sul video. E per essere sicuri che non vi perdiate alcuno snodo fondamentale, la spiegazione viene più volte interrotta e non procede se prima non rispondete correttamente ad altrettanti quiz a risposta multipla. Sembra una stupidaggine, è un colpo di genio. Come i riassuntini alla fine di ogni capitolo nella migliore tradizione della manualistica americana.
Dopo la videolezione c'è da dimostrare che è davvero tutto chiaro. Le prove a risposta multipla sono corrette da un software che vi dà subito i risultati. Il problema più grosso riguardava i test a risposta aperta: chi avrebbe potuto correggere, gratis, diecimila o centomila compiti? 
"La soluzione che abbiamo trovato" spiegava la professoressa Koller al Ted di Edinburgo, "è quella di farli correggere agli studenti stessi. E, per quanto sembri ardito, funziona. Da nostri studi, statisticamente, la media delle valutazioni di cinque o più 'pari' risulta addirittura più affidabile di quella di un singolo professore, magari stanco o di cattivo umore". 
Quindi gli altri correggono te e tu correggi gli altri. Se non lo fai, per egoismo o mancanza di tempo, ti decurtano il venti per cento dei voti che hai preso. E sebbene pochissimi corsi diano per il momento crediti per una laurea, un attestato finale con un punteggio alto, magari da Stanford, vi fa fare la vostra bella figura. Per chi ha dubbi e vuole interagire con gli altri studenti, può farlo nel forum: considerati i vari fusi e la vastità delle classi, non dovrete attendere molto per una risposta.
Cosa ci guadagniamo noi studenti è chiaro, ma loro, le università? Perché dare gratis una fetta della torta che a cose normali fanno pagare varie decine di migliaia di dollari l’anno? "Da gennaio abbiamo inaugurato un canone, da 30 a 100 dollari, per ricevere un attestato finale che verifichi l'identità dello studente. Un micropagamento che, moltiplicato per i nostri numeri, può diventare macro. Altri soldi li facciamo lasciando consultare il database degli allievi a potenziali datori di lavoro. Inoltre - è sempre la Koller [Docente di informatica a Stanford] a parlare - per le università è un investimento sull’immagine".

https://www.coursera.org/

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