Ora, con questi ospiti universitari, avevo un aiuto per organizzare un’esposizione. E la prima volta di questa esperienza eccezionale è stata nel 1971. I miei quattro giovani universitari erano: Lucilla, Daniela, Fulvia, Raimondo. E’ assieme a loro che decido fin dall’autunno del 1970 di organizzare un’esposizione da tenersi a maggio “71.
Parlo di questa idea nelle varie classi , dicendo che ci saremmo riuniti, a gruppi, due tre volte nel pomeriggio, ma che la partecipazione era facoltativa. E così, d’accordo con il bidello che abitava nello stesso edificio della scuola, il portone si apriva alle quattro per qualche minuto per fare entrare; veniva poi riaperto dopo due ore per l’uscita.
C’erano dei ragazzi che venivano da lontano…”Che fai - mi ha detto mamma -Ti strozzerai a mangiare così in fretta!” Io ho detto:”che importa? Pensa, oggi c’è matematica!” Così Massimo di 11 anni. Così tutti.
Si colgono, davanti al portone, questi dialoghi:”te, dove vai? Io vado a “quadrighe”, da Fulvia; io faccio “probabilità” con Daniela; io….”. In quell’anno c’era, come spesso accade, un ragazzo con qualche problema psichico, per cui mi sono trovata a lavorare con uno psichiatra.Quando si tratta di scegliere l’argomento da portare all’Esposizione, ognuno era libero nella scelta, quel ragazzo dice: “io voglio stare in un gruppo che fa qualcosa di geometria analitica”.Lo psichiatra gli dice:” ma perché sceglie un argomento cosi difficile?” “Perché - gli risponde – io in geometria analitica mi sento tranquillo; so dove tenermi”.Ecco il valore di un indagine psicologica che può avere un esposizione.
Alla fine di quest’anno scolastico una cinquantina di ragazzi è stata inviata ad esporre a Milano, presso l’OPPI (Opera Preparazione Professionale Insegnanti).
Siamo andati in pullman , e sono venuti anche quattro studenti universitari. Era bello: si notava, in quel viaggio il diverso ambiente sociale dei ragazzi: qualcuno non era mai uscito da Roma, altri erano andati anche all’estero. Allora, nel lungo viaggio, li ho conosciuti veramente.
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