sabato 2 marzo 2013

la voce del narratore

Emma racconta, non si nega dal dire quel che fanno intorno a lei, quel che lei stessa sollecita, ed accoglie.
Una (brava) insegnante sul giornale osservava come e cosa si scriva nelle aule scolastiche, ricordando analiticamente le varie forme divenute prassi della didattica dell' italiano (ilsole24ore, 24 feb. 2013) e riflettendo sul valore del vituperato Tema d'Italiano, puntualmente, ma - è un caso? - lei non consiglia di scrivere (di) matematica.. La ignora soltanto, così rimane il dubbio che lei non abbia dimenticato o tralasciato, ma che semplicemente lei stessa non scriva matematica: o addirittura che pensi che la matematica non si scriva! La matematica si "autospiega", no?

Stavo rileggendo per diletto nell'edizione de I numeri  di Emma con la copertina azzurra di molti anni fa, non solo gli incipit delle sue partizioni, ma proprio la narrazione dell'esperimentare, del matematizzare; ho pensato di trascrivere certi passi della sua prosa scabra, diretta, illuminante (lo farò), ma intanto irrompe il ricordo di quel ragazzo allievo di Emma che dice: “io voglio stare in un gruppo che fa qualcosa di geometria analitica”.  Lo psichiatra gli dice: ” ma perché sceglie un argomento cosi difficile?” “Perché - gli risponde – io in geometria analitica mi sento tranquillo; so dove tenermi”.
Provate a dirlo voi altrimenti, provate a scrivere la matematica tutti insieme e globalmente come fa la letteratura della poesia, portandosi dietro il senso sia delle cose da scrivere che del come scriverlo. Capirete perchè a dodicianni, come a trenta e a cinquanta si può e deve fare analitica a parole e numeri e simboli, transcrivere quantità e luoghi e frasi tutte insieme su un foglio e magari linearmente... E quella scrittura lineare da cui i poeti visivi (conoscete i calligrammi?) e sonori (conoscete Adriano Spatola?) sono in fuga, per la scrittura matematica può essere una meta decisiva, che sia un bene ripercorrere la strada in direzione inversa. Lo sforzo di dire tra le righe, non solo descrivere, analiticamente i processi e gli algoritmi della simulazione matematica, scientifica.


Geometria Intuitiva - Emma Castelnuovo - Ed. Labor - 1966
$ 6400
Artículo usado | Capital Federal (Caba)





didattica-delle-150-ore Il punto di partenza dell’apprendimento deve essere il problema [::], non la teoria [::] bella e fatta, e la prima soluzione [::] deve essere escogitata costruttivamente [::]. 

Ricordo la Geometria Descrittiva e il fascinoso metodo ultracentenario  - "io in geometria descrittiva mi sento tranquillo; so dove tenermi " avrei cantato mentre nello Stivale scendeva come una peste coi lanzichenecchi la cortina buia di una matematica che solo i francesi avevano saputo organizzare [Bourbakisti o semplicemente dei nanerottoli del pensiero?] come  fanno col culturame che chiamano scuola - e gli italiani, poveretti, importare con sterminate algebrerie: le salmerie, appunto, seguiranno.
Disastri irrecuperabili per noi, mentre in Francia così com'era arrivata la calamità, con un colpo di penna il Ministro Burocrate d'Eccellenza l'ha poi cassata in un fiat e noi ce la siamo tenuta in coda ancora per un pò...ma il male era stato fatto. Ed ecco perchè in Italia Emma Castelnuovo sia stata decisiva nel tenerla alta nella realtà, ben in vista, e non solo lei per fortuna.



[forum di discussioneInoltre, in certi "bourbakisti" si nasconde il fatto che non hanno minimamente capito loro stessi le intuizioni alla base della matematica che spiegano! Cosi', persino il matematico scarsetto, puo' esporre teoremoni, definizioni etc. nascondendo tutta la sua ignoranza e incapacita' dietro al formalismo, con la scusa che la matematica formalmente perfetta si "autospiega". 

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