mercoledì 2 maggio 2012

il nonmucchio


Una particolarità di Bruno de Finetti era quella di «inventare» termini e espressioni nuove per colpire la fantasia del lettore ed esprimere con forza e immediatezza una sua posizione.   Per illustrare questa caratteristica, basterà riportare un passo tratto dall’opera «Teoria delle Probabilità», a proposito della necessità della statistica classica di basarsi su «numerose» osservazioni analoghe per poter produrre inferenze «adeguate»5:
francesco cellini architetto

«...si tratterebbe di una proprietà legata all’esistenza di un mucchio: finché si hanno pochi oggetti essi non costituiscono un mucchio e nulla si potrebbe concludere, ma se sono molti il mucchio c’è e allora, ma soltanto allora, tutto il ragionamento fila. Se si pensa di aggiungere un oggetto per volta, nulla si potrà dire finché il numero è insufficiente per formare un mucchio, e la conclusione balzerà fuori (d’improvviso? Passando da 99 a 100? o da 999 a 1000?...!) quando finalmente il nonmucchio si trasforma in mucchio.No, si dirà; questa versione è caricaturale; non c’è un salto netto, bensì sfumato; il nonmucchio attraverserà una fase di forsechesìforsechenomucchio da piùforsechenocheforsechesìmucchio a piùforsechesìcheforsechenomucchio e solo poi diverrà gradualmente un vero mucchio. Ma ciò non toglie il difetto d’origine, cioè la distinzione, concettualmente posta come fondamentale, tra «effetto di massa» e «effetto dei singoli elementi»; il riconoscere che non può esistere una separazione netta, se elimina forse, apparentemente, una circostanza paradossale, non ne estirpa la radice ed anzi mette in luce la debolezza e contraddittorietà del concetto di partenza.Non se ne esce se non negando ogni distinzione del genere. La conclusione cui si giunge sulla base di una massa di dati è determinata non globalmente, come effetto di massa, bensì come risultante, come effetto cumulativo, dell’apporto di ogni singolo dato. Conoscere l’esito di un certo numero di prove, grande o piccolo che sia, conduce dall’opinione iniziale all’opinione finale esattamente nello stesso modo che si otterrebbe pensando di venire a conoscere l’esito delle singole prove, una per volta, e di modificare ogni volta l’opinione conformemente al (piccolo in genere) influsso di una singola informazione.»

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