giovedì 8 dicembre 2011

Emma Castelnuovo e i miei studenti

Roland Barthes,  parlare all'orecchio del saggio, ma in pieno mercato
[1979-10-22-mostra-di-matematica-roma-e-convegno]Emma Castelnuovo e i miei studenti s'incontrarono almeno due volte di persona, nel 1979 in questa occasione, e poi qualche anno più tardi a lezione..
[1989] Emma venne a trovarci nella scuola che guarda alla fontana delle tartarughe annidata nel vecchio ghetto di Roma. L'attendeva una raccolta di vivaci eterogenei virgulti che l'accolsero - manco a dirlo - per amor mio (visto che l'evocavo con i suoi testi un giorno sì e l'altro pure) e per la naturale curiosità, prolungamento naturale dei nostri eroici tentativi quotidiani di studiare matematica in modo nuovo in una scuola media superiore aperta a tutti i venti, una scuola di base, per così dire.


Toccò alle classi di mezzo accoglierla nella piccola aula magna di via Sant'Ambrogio come in una pausa dell'attività didattica ordinaria, diversione sempre grata per il conseguente crollo della sorveglianza routinaria delle ore di lezione.
E' inutile dirvi che Emma andò subito al punto, senza por tempo in mezzo, giocando in contropiede: la vedo anche ora vividamente voltarsi verso il tavolo alle sue spalle prendere una circolare dimenticata della presidenza,  e andare a cominciare calamitando occhi e orecchie del barbaro uditorio vagamente vacanziero.
Un foglio A4 sventolato nella sua piana rettangolarità che nelle mani di Emma si animò subito nelle forme più solide di uno-due cilindri - come un mago che predigitasse altre carte..
I due cilindri messi a confronto per lungo e per largo, e l'indagine prese la corsa; i volumi e le superfici e poi, subito, i numeri, gli schemi grafici, eguaglianze ed equazioni, etc e la lavagna e la nera ardesia a illuminarsi di intelligenza in presa diretta con i ragazzi ormai presi.
Le due ora volarono verso il termine programmato della ricreazione che si annunciò con la campanella che, udite udite, fu bellamente ignorata dal giovane consesso -fu Emma che li congedò per por termine ad uno stream ormai completo! Mentre guadagnavamo l'uscita anche noi tra gli studenti che salutando sciamavando, Emma mi ringraziò dell'incontro, sì, lei ringraziò noi ah ah: era contenta proprio di quella composizione eterogenea delle classi, dell'atmosfera per così dire popolare in cui l'uditorio si era espresso. Sicura dei suoi mezzi, dell'attualità della sua didattica, Emma Castelnuovo aveva ancora una volta messo in atto la  drammaturgia che la distingue e la contraddistingue - una scuola del popolo la direbbe Freinet, il suo omologo educativo francese, una scuola delle difficoltà valorizzate e delle diverse abilità magnificate.


[1979] Il primo incontro.
Emma aveva incontrato altri miei tumultuosi studenti nel '79 proprio in quella occasione a via della Lungara tra gli stand della memorabile Esposizione dei suoi allievi ospite dell'Accademia Nazionale dei Lincei che rendeva omaggio al suo lavoro ( e della prof. Mancini) in margine ad un'interessante convegno internazionale dei didatti della matematica.
Emma si aggirava nelle sale in cui suoi ex-studenti richiamati in servizio illustravano ai miei studenti, tra gli altri, venuti in gita d'istruzione dalla provincia ( S.Marinella, report) e da par suo notò l'irriverenza incuriosita che animava questi studenti venuti con i bus che stazionavano nei giardini antistanti alla palazzina. Capii che era lei, Emma, per caso, non la conoscevo di persona (qualcuno la chiamò in disparte per nome), in quanto il suo osservare discreto e poco in evidenza non era additato e sottolineato da particolari rilievi istituzionali dell'evento - erano i lavori e con essi i loro autori-studenti al centro della Mostra e della sua animazione.
Chiese in giro chi fossero questi ospiti numerosi ed attivi; temetti il peggio, non lo nego, la sua aria severa lasciava presagire una reprimenda, non la conoscevo ripeto prima di allora ed ebbi il solito riflesso difensivo di un'attività border line come la mia con questi studenti di periferia. Mi fu subito chiaro però che stava riflettendo proprio sulle domande che i miei numerosi allievi, un centinaio, ponevano irritualmente ai malcapitati espositori loro colleghi - Emma colse subito, saltando la forma eterodossa delle interlocuzioni, che i miei studenti naif avevano l'atteggiamento giusto dell'indagine irriverente, che lei non temeva, ma che anzi auspicava!
Per avere un'idea dei ragazzi d'allora ascoltate le voci  registrate [/liceogalilei/che ho pubblicato in questo blog.
Confronto dunque tra un'esperienza centrale, ed autorevole, come quella del Tasso (e del Virgilio) di Roma, e quella periferica, di base, per il mio tipo d'impegno del Galilei di S.Marinella [/i-libri-della-matematica.html].

Un episodio di quel giorno per chiarire ulteriormente..

legenda
  1. Ginnastica matematica in spiaggia
  2. Chi-dice-scuola
  3. come un libro stampato 
  4. giochi di ragazzi

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