giovedì 8 dicembre 2011

Facebook e le mie difficoltà..in matematica


Che ricordi hai delle mie difficoltà, diciamo ... in matematica?

February 15, 2010 at 3:48 pm
pagina 17
Due signori di una certa età passeggiano sulla riva del Loup, il fiume della loro infanzia. Due fratelli. Mio fratello Bernard e io. Mezzo secolo prima, si tuffavano in quella tra­sparenza. ..



Annuncio a Bernard che ho in mente di scrivere un libro sulla scuola: non sulla scuola che cambia nella società che cambia, come è cambiato questo fiume ma, nel cuore di que­sto incessante rivolgimento, su ciò che per l'appunto non cam­bia mai, su una costante di cui non sento mai parlare: la so! ferenza condivisa del somaro, dei genitori e degli insegnanti, l'interazione di questi patemi scolastici.
"Progetto ambizioso ... E come lo affronterai?"
"Torchiando te, per esempio. Che ricordi hai delle mie difficoltà, diciamo ... in matematica?"
Danielaobiettivo? dovrei parlare sull'esperienza personale vissuta nel mio cammino,un riferimento da cui partire...momento per momento naaa..non si puo' sempre disporre a 16 anni di un ampio ventaglio di informazioni fra cui poter scegliere,come si fa a creare consapevolmente un"ponte"fra comportamento e bagaglio cosciente di nozioni?..soprattutto per il secondo perno concettuale della scuola occorre una motivazione e alle spalle di questa un passo che venga compiuto..dovrei parlare tra le differenze del sono costretta e scelgo...teorie..
February 15, 2010 at 9:31 pm
Paola Ciambruschinidiario di scuola, Pennac? nn'è vero? mi piace! non mi ricordo delle "tue" difficoltà, forse una farla piacere, renderla accessibile, io comunque mi divertivo un sacco anche se ora mi ricordo poco o niente...sono sicura che al mio cervello qualcosa abbia fatto di buono.
February 17, 2010 at 6:03 pm
Danielasoprattutto i momenti indimenticabili tra poesie,e riflessioni con orazio,ma tu ricordi il tetto con affaccio sul ghetto??..io passavo intere mattinate a guardare il mondo..ciao paola
February 18, 2010 at 9:51 pm
Orazio Conversohttp://www.uniet.it/slideshow/castelnuovo/
July 26, 2010 at 9:02 am
StefanoPaola, non sai quante volte ho sentito nominare il tuo mitico quaderno!!!! ma allora esisti!!!
July 27, 2010 at 11:08 am
Paola Ciambruschiniesisto!!!! si. ed esiste anche il mio quaderno, anzi lo voglio recuperare al più presto e ripenserò, ricorderò...magari ci capirò pure qualcosa....grazie prof per la passione che ci hai messo-trasmesso;lo sai che mi è capitato, mi capita di tenere delle lezioni (perfino io), beh, vi penso, penso a te, alla Batoni, a Paolo Di Francesco...certo che so stata fortunata...ci credevate....ci credi ancora?
July 28, 2010 at 6:03 pm

"Capisci? Capisci o no quello che ti spiego?"

February 15, 2010 at 11:46 am
e siamo a pag 15
 Insomma, andavo male a scuola. Ogni sera della mia in­fanzia tornavo a casa perseguitato dalla scuola. I miei voti sul diario dicevano la riprovazione dei miei maestri. Quan­do non ero l'ultimo della classe, ero il penultimo. (Evviva!) Refrattario dapprima all' aritmetica, poi alla matematica, pro­fondamente disortografico, poco incline alla memorizza­zione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all' apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a ca­sa risultati pessimi che non erano riscattati né dalla musica, né dallo sport né peraltro da alcuna attività parascolastica.

"Capisci? Capisci o no quello che ti spiego?"
Non capivo. Questa in attitudine a capire aveva radici co­sì lontane che la famiglia aveva immaginato una leggenda per datarne le origini: il mio apprendimento dell' alfabeto. Ho sempre sentito dire che mi ci era voluto un anno intero per imparare la lettera a. La lettera a, in un anno. li deserto del­la mia ignoranza cominciava al di là dell'invalicabile b.
"Niente panico, tra ventisei anni padroneggerà perfetta­mente l'alfabeto."
Così ironizzava mio padre per esorcizzare i suoi stessi ti­mori. Molti anni dopo, mentre ripetevo l'ultimo anno delle superiori inseguendo un diploma di maturità che si ostinava a sfuggirmi, farà questa battuta:
"Non preoccuparti, anche per la maturità alla fine si ac­quisiscono degli automatismi ... " .

------------------------------------------------------------------------ (pagina 16)
Ero oggetto di stupore, e di stupore costante poiché gli an­ni passavano senza apportare il benché minimo miglioramen­to nel mio stato di ebetudine scolastica. "Mi cadono le brac­cia", "Non posso capacitarmi" sono per me esclamazioni fa­miliari, associate a sguardi adulti in cui colgo un abisso di in­credulità scavato dalla mia incapacità di assimilare alcunché.
A quanto pareva, tutti capivano più in fretta di me. "Ma sei proprio duro di comprendonio!"
Un pomeriggio dell'anno della maturità (uno degli anni della maturità), mentre mio padre mi spiegava trigonome­tria nella stanza che fungeva da biblioteca, il nostro cane venne quatto quatto a mettersi sul letto dietro di noi. Ap­pena individuato, fu seccamente mandato via:
"Fila di là, cane, sulla tua poltrona! " .
Cinque minuti dopo, il cane era di nuovo sul letto. Ma si era preso la briga di andare a recuperare la vecchia coperta che proteggeva la sua poltrona e vi si era steso sopra. Ammi­razione generale, ovviamente, e giustificata: tanto di cappel­lo a un animale in grado di associare un divieto all'idea astrat­ta di pulizia e trarne la conclusione che occorresse farsi la cuc­cia per godere della compagnia dei padroni, con un vero e proprio ragionamento! Fu un argomento di conversazione che in famiglia durò per anni. Personalmente, ne trassi l'insegna­mento che anche il cane di casa afferrava più in fretta di me. Credo di avergli bisbigliato all'orecchio:
"Domani ci vai tu a scuola, leccaculo! " .


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E. Carruccio, Matematica e logica nella storia del pensiero contemporaneo, Torini, Gheroni 1958. ... G. Castelnuovo, Le origini del calcolo infinitesimale nell' era moderna, Milano, Feltrinelli, 1962. ... http://gwgalla.tread.it/scoleri/matelink. htm ...
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