domenica 4 settembre 2011

Giochi di ragazzi

Gli allievi della prima b alla Scuola Media di Tolfa (1976), matematica e osservazioni scientifiche. Attività intensa, ma la magia scattava alla fine dell'ora di lezione, quando passavo la mano a loro, i ragazzini. Uno due andavano alla lavagna, io mi infilavo in un banco e cominciavano i giochi - che purtoppo non ricordo ora. Dieci quindici minuti di scintille, il gessetto e la lavagna, nient'altro; avrei voluto prendere appunti, ma non era il caso di andare sopra le righe, con intellettualismi, ai loro occhi;  ricordo lo scoppiettìo delle combinazioni, le invenzioni fulminee, quando le due squadre si affrontavano, l'intensità serena e la consapevolezza dell'importanza che davamo a quel momento - era importante che i loro soliti giochi assurgessero a dignità intellettuale (questo ci era chiaro senza bisogno di dire altro): io rimarcavo soltanto il fatto che questi "esercizi" ci aiutavano moltissimo per capire come affrontare i problemi. L'attività ordinaria era molto gratificante, l'intreccio con le scienze funzionava sempre, erano le prime vere prove à la manière de emma castelnuovo e seguendo passo passo l'esperienza delle 150 ore dei metalmeccanici: il prof di tecnica con il suo disegno tecnico (vere e proprie lezioni di matematica operativa) era anche un fenomenale radioamatore e cultore di cinematografie pratiche, i forestali del futuro parco molto presi dal ruolo che sostenevano con la nostra didattica, e c'erano poi i due insegnanti di cose letterarie che in qualche modo ci stavano.
Ma i giochi erano veramente la nostra palestra, in cui lo scambio di ruolo tra me è i ragazzi  sosteneva l'intesa  intellettuale. La cosa in fondo finì perchè capii, dopo un pò, che erano proprietà delle loro madri, che i limiti del luogo - che tanto avevano facilitato l'immediatezza e l'espressività dell'approccio tecnoscientifico agganciato alla concretezza della loro vita di paese - amplificavano nel contempo la deriva e la tendenza generale ad una rimonta del ruolo frenante della famiglia nella sperimentazione di base.

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