martedì 6 novembre 2012

del valore legale del titolo di studio


/2012/10/storie-di-ordinaria-follia"Giusto per essere pignolo ho provato a contare le ore che impiego per correggere i compiti in classe e le prove oggettive dei miei poveri studenti. La correzione di un compito in classe, di matematica o di fisica, di un singolo alunno porta via circa 20 minuti. Ogni correzione di prova oggettiva porta via circa 10 minuti ... Siamo arrivati ad un totale di 722 ore."
 C'è un interdetto in Emma Castelnuovo, e nei suoi allievi che qui vediamo [movie] al lavoro, riguardo ai voti: non si parla mai dei voti, dei registri, delle correzioni, delle prove oggettive, del controllo istituzionale standard.
 Si vola alto. Della fatica mostruosa di dribblare l'esamificio, giorno per giorno, anno dopo anno, si tace. Emma sorride amabilmente: gli ispettori ministeriali che, dopo una prima volta, ci hanno lasciato lavorare in pace - "Poi niente, e uno può fare, e infatti l’ho fatto, le pazzie che vuole." - almeno fino a che abbiamo potuto, nel secolo scorso. 

Con Emma e i suoi tutto si gioca nella dinamica della conoscenza in atto e della formazione umana dei giovani e dei loro insegnanti. Il sapere è senza potere,  à la manière de ("Sapientia: nessun potere, un po' di sapere, un po' di saggezza, e quanto più sapore possibile”. Roland Barthes, Lezione, Einaudi), la scuola è una macchina inclusiva, ma sul serio! Vengono fuori tecniche, ma non metodo o un sistema, come per Freinet appunto. 

Ma non è il discorso del folle, magari creativo, anzi è proprio nella saggezza - quell'eroismo segreto che sostiene la spinta etica - il pedale di questo insegnante eroe oscuro che "finge" di non insegnare, di non pagare personalmente scotto per stare in una scuola aperta, come si fosse in una società risolta, come se godesse con i suoi studenti di istituzioni dentro politiche di coraggio. La competizione necessaria all'evolversi del pensiero libero con la scuola è tenuta  in atto entro la nobile sfida all'indagine, alla ricerca del senso, alla modifica dello stato presente di soggezione all'esistente. Per i piccoli e per i grandi.
Ed ecco il punto: il solo pensiero di un'abolizione del valore legale del titolo di studio che sola libererebbe la scuola, e gli insegnanti, e gli studenti, dalla mentalità concentrazionaria della fabbrica di valutazioni, giudizi, voti, titoli e li consegnerebbe al libero impegno dello studio...

Proviamo a proporlo e vediamo bene che del sapere e della conoscenza non importa proprio a nessuno. In specie a quell'insegnante dedito per 772 ore alle fatiche improbe nel recinto. E non parliamone agli studenti e ai loro congiunti! eh!



Emma Castelnuovo sfoglia e legge frasi dei suoi studenti al lavoro con lei a scuola dal libro  Documenti di un’esposizione matematica. Da bambini a uomini (1972)


Emma a Cenci, settembre 2012, di Fabio Brunelli

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