Mentre la scuola è altrove, diffusa come pioggia sulla terra, nella scuoletta teneri impiegati di ciò che è stato, e mai Stato, mendicano luoghi comuni, negoziano impossibili soluzioni a cose di cui hanno scelto liberalmente di stare lontani, anche e soprattutto quelle nei libri che contano. I libri nella scuola fanno testo, libri di testo, comicamente assoluti e inutilmente puri - affastellati tutti gli altri in minacciosi colli digradanti nel mare verdemoccio dell'esistenza. Ed ecco i quattro dell'apocalisse [il Rosco il Drinky il Cafone e il Pierre] che tornano dal mare di notte e appicciano fuoco nell'aula delle lavagne elettroniche, lavagne di pietra nera di lavagna affiancate, davanti ai banchi inevitabili, con il rancore che rimbomba dentro, e il fuoco scappa loro di mano come al contadino maldestro qualunque. Esclusi dall'unica festa consentita, banditi, nella scuola - dice don Lorenzo - che cura i sani e butta via i malati.
Ma don Lorenzo è un qualunquista, lo abbiamo detto, un sognatore egoista ripiegato in se stesso, dannato individualista nemico di professoresse e della realtà stessa, osservatorio dei nomi propri, in ascolto del tempo personale d'ognuno fin dentro la coscienza, a fronte del testo che ognuno appunto traduce in un linguaggio incomprensibile ad altri, non fosse che..
I quattro cavalieri pedestri sono noi che taciamo tutti i minimi particolari che fanno l'assieme, Talento individuale...ma la somma non fa il totale.. come dice Totò... Tutto ciò che fa bella l'esistenza di un signorino o di una giovanotta è fuori da questo purgatorio della mente in cui tra l'altro il corpo entra di straforo, ch'è la scuoletta.
![]() |
Pausa Pranzo |
Nessun commento:
Posta un commento