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Il giorno dopo, prima di prendere l’aereo, chiedo al preside se potevo avere ancora un ora nella mia classe. Do a tutti un foglio e dico di scrivere qualcosa sul tema “Ieri ero io il professore”. Ho avuto cosi dei “Documenti” simili a quelli che avevano scritto i miei allievi di Roma , sette anni prima, nel 1971.Eccone qualcuno, mettendolo a confronto .
A Niamey molti scrivono così : “ Io sono stato contentissimo di spiegare a dei Professori e mi ha fatto sentire grande. Molti ci chiedevano più cose di quelle scritte sui tabelloni, e noi siamo riusciti sempre a dare spiegazioni esatte; ci si aiutava fra noi “
i ragazzi di Roma hanno cosi scritto ;” Tutti i nostri clienti, che erano professori, sono rimasti entusiasti, perché noi ragazzi abbiamo saputo esprimerci bene. Se facevano qualche domanda su argomenti che non erano sui tabelloni , ci si aiutava fra di noi.”
Ed ancora da Niamey: “ C’erano dei visitatori che cercavano di metterci in difficoltà. Erano gelosi perché noi rispondevamo troppo bene”.
Mentre a Roma : “ Alcune volte le domande che facevano erano ‘cattive’, erano fatte per farci cadere e per metterci in difficoltà. Forse erano invidiosi”.
Ma c’è un documento, anzi più di uno , che non ha certo il corrispondente in italiano, in cui si dice: “ Con questo studio della matematica e con questa esposizione ho capito che nero può avere la stessa intelligenza di un bianco”. Ho mandato questi scritti all’Unesco a Parigi.
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