lunedì 27 maggio 2013

prepariamo gli idranti

Centinaia di migliaia di giovani vivacchiano senza studiare e senza lavorare, spogliati di ogni volontà. Quartieri dove passano i giorni e le notti sono puro squallore, cemento e cocaina, centri commerciali e miseria, nessun cinema,nessun teatro, nessuna libreria, niente; in testa da quasi vent'anni i ragazzi hanno due o tre chiodi fissi, piantati con crudeltà dalla cultura imperante: soldi, successo, divertimento.

Tra loro si muovono sempre più numerosi gli immigrati, a volte operosi, e dunque meglio disposti a sobbarcarsi del poco lavoro disponibile, a volte sovreccitati dalle potenzialità offerte fintamente dal nostro mondo, e dunque sfacciati e aggressivi nella ricerca di un posticino al sole. Mescolate tutto questo, agitate, e la molotov è pronta.
I miei allievi hanno chiara solo una cosa: non vogliono ripetere la vita dei loro nonni e dei loro genitori. Un'esistenza fatta di sacrifici, mutui trentennali per la casetta, denti stretti, fatica quotidiana, chiesa la domenica e sveglia alle sei del lunedì, briciole e sangue, loro non la vogliono più.

Sono cresciuti tra mille garanzie di una felicità imminente, videoclip colorati e frenetici, show e risate e immagini goduriose su ogni canale, sulla strada illuminata che deve portare a una Terra Promessa, e indietro non ci vogliono tornare. Come gli albanesi, hanno visto che oltre il tempestoso ma breve braccio di mare c'è la Cuccagna, e di sicuro non si accontentano di niente di meno. Poi passano i giorni, le settimane, i mesi, gli anni e non accade niente. La strada sotto casa è ancora piena di buche e di fango, lo spacciatore all'angolo è sempre lì, la noia e la desolazione non si spostano di un metro, e allora nella testa cresce lo sconforto. La solitudine. Oppure la rabbia.



Una ragazza mi ha detto: «Professore, ha presente il fascio di luce che d'improvviso avvolge l'Ospite d'onore e lo separa dal buio? Quella chiazza bianca o gialla sul palcoscenico? Mi sono accorta che è piccola. un cerchio minimo. Tutti non ci possiamo entrare, e neanche parecchi. Li c'è posto per pochissimi. Per gli altri c'è il buio, il niente, al massimo un posto in platea per applaudire chi ce l'ha fatta e crepare d'invidia. A me non piace stare da una parte ad applaudire gli altri. Oggi a nessuno piace. Ma non mi va nemmeno di uscire dal teatro e mettermi a battere chiodi o sudare per due lire come mio padre e mia madre. lo quella luce la voglio. lo li capisco quelli che bruciano le macchine a Parigi. Loro la luce se la fanno da soli, e il mondo li guarda, arrivano le telecamere e il buio non c'è più, non c'è più questo schifo di vita». Forse ha ragione la mia allieva, è una che sente come va il mondo meglio di tanti sociologi. Forse le cose stanno proprio così. Una macchina che brucia è già un faro, un vanto, un salto fuori dal nulla. Ormai solo il successo libera dal senso di fallimento e di morte. Il successo è la nostra corta eternità. La vita, con i suoi pesi e le sue tribolazioni, non la vuole più nessuno.
E allora prepariamoci a spegnere i fuochi che abbiamo voluto accendere nella sterpaglia dell'esistenza, dopo tanti inviti ad ardere festosamente, prepariamo gli idranti. 

elleboro

domenica 26 maggio 2013

In classe con la matematica

Luigi Tomasi9:07am May 26
Uscito il numero di Maggio 2013
della rivista "L'Insegnamento della Matematica e delle Scienze integrate" del Centro Ricerche Didattiche "Ugo Morin" di Paderno del Grappa (TV)
Vol. 36A, N. 3 - Maggio 2013.
- Presentazione (La Presidenza)
- Esperienze analoghe: reale e virtuale a confronto nella scuola dell'infanzia (L. Battaini, A. Battaini, G. Gottardi, S. Sbaragli)
- Analisi delle potenzialità di applicazioni multi-touch per la costruzione del significato di numero naturale (A. Baccaglini-Frank)
- Divertirisi in classe con la matematica. Parte seconda (M. Ferrari)
-Informazioni - Recensioni.
www.centromorin.it

giovedì 23 maggio 2013

ESPOSIZIONE DI MATEMATICA, 2013

Le idee generali, ecco, a me son venute fuori subito fin dal primo anno della scuola media. Son venute fuori perché lavorando con i miei allievi. Infatti, mi sono accorta subito che il programma di Geometria intuitiva, quello che era stato creato agli inizi del secolo, non poteva assolutamente andare. Era una ripetizione del corso superiore di Geometria razionale, reso facile e quindi senza assolutamente nessun interesse. È allora che ho iniziato a cambiare. Emma Castelnuovo, L'Officina matematica 


Scuola secondaria di primo grado “L.da Vinci”  Poggibonsi (SI) 
Gli alunni delle classi  * prima  I  * seconda G - H - I   *  terza G - I - L  del plesso  F. C. MARMOCCHI 
Coordinati dalle insegnanti  Castellini / Fazzino / Pomi

presentano
ESPOSIZIONE DI MATEMATICA
4 - 5 - 6   giugno 2013 XII edizione
dedicata a Emma Castelnuovo
La matematica si può considerare come ciò che unisce e si interpone fra l'uomo e la natura, fra il mondo esterno e quello interno fra il pensiero e la percezione  F. Frobel
scuola media “F.C.Marmocchi”   viale Garibaldi  Poggibonsi
Orario
ore 16: 00  –  19:00
Al mattino su prenotazione 0577 934775


ingresso libero


le classi terze presentano:
Percorso 1  “LEGGERE” ..lo spazio
Percorso 2   giochiamo con i dadi
Percorso 3  scatole, bicchieri e cappelli
Percorso 4   algebra con mani e occhi
Percorso 5  le lettere di Pitagora
Percorso 6  s..pieghiamo la geometria
Percorso 7  gira e rigira
Le classi seconde presentano
Percorso 1   Pitagora
Percorso 2   puzzle matematici
Percorso 3   veder le stelle
Percorso 4  strade e ponti
Percorso 5  isometrie
Percorso 6  Tigri, zebre e cristalli
..quando la matematica legge la natura  
Le classi prime presentano
Percorso 1   strani orologi e matematica segreta
Percorso 2  il triangolo …SI l’avevo considerato!
Percorso 3 numeri e forme


Possibilità di vedere i video di
Dante e matematica
Trilogia di Matematica
Il Giardino di Pitagora

mercoledì 1 maggio 2013

[festa del lavoro] insegnano a tutto volume

"- la scienza come tale -"
quando sento cose del genere alla radio,
resto sempre avvilito.
C'è forse una scienza non come tale?
Io non vedo molta natura, di rado vado sui laghi,
giardini sporadicamente, dietro cancelli,
orti e baracche, tutto qua,
dipendo dai surrogati:
radio, giornale, rotocalchi -
come sì può propormi roba simile?

Allora è proprio il caso di dubitare
se questo non sia surrogato di violacciocche,
calore della vita, bacio in bocca, avventure extraconiugali,
tutto quel che dà un po' di lusso all'esistenza
e nel tutto deve pur esserci un nesso!

No, questi processi mentali non fanno per me,
ma ci sono ore piene
in cui da nessuna stazione (onde medie, corte, lunghe, ultraonde)
si sente una voce di donna ("prima si dice no, poi forse, poi sì"),
sempre soltanto queste sentenze pedagogiche,
in realtà è tutto prodotto da un maschio al tavolino
quel che l'Occidente chiama le sue cose più alte -
ma io, come ho detto, sono per le avventure extraconiugali!

«- antichi patrimoni culturali sarebbero del tutto scomparsi -»
(e beh?)
«- le voci del passato - »
(per me!)
«- nella località del Nuovo Messico
i farmer benedicono le loro bestie, i campi
con questi canti -»
(tanto piacere,
ma quanto a me io non metto quasi piede fuori del
Brandenburgo).

Stiamo ascoltando il professor Salem Aleikum,
il cronista è lì che gli fa gli occhi dolci:
«il professore è disteso sulla terrazza della sua casa
col liuto in mano
e canta le antiche ballate» -
probabilmente su un'ottomana,
con acqua e ghiaccio accanto,
confuta ipotesi, ne emette di nuove -

I maggiori fiumi del mondo
Nilo, Bramaputra o che so io,
sarebbero troppo piccoli per affogare tutti questi
professori -

Io non ho campi, non ho bestie,
niente che mi benedica, è tutta una maledizione,
ma questi professori
insegnano a tutto volume
insegnano da tutti i pori
e ne fanno ambiente culturale.


[Gottfried Benn, Radio ]
"Radio" da Giorni Primari, Il Saggiatore

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