Carmine Mazzei, i primi libri che ho adottato nei primi anni, come docente incaricato di matematica e osservazione scientifiche, nel
1962/63, nella Scuola Media di prima istituzione nel mio paese natio,
Verzino, paese a 600 metri sul livello del mare, e distante quasi 60 km da
Crotone.
In “La via della
matematica”, geometria, a pagina 83, forse è l’unico libro di
matematica in cui si parla della Città di Crotone, così scrive la
Castelnuovo nel 1948 (periodo industriale per Crotone): “Prendete un
momento una carta geografica dell’Italia, magari solo dell’Italia
Meridionale, e immaginate di fare un viaggio sulla linea costiera
ferroviaria Brindisi-Taranto-Metaponto-Catanzaro-Reggio Calabria; quella
linea che passa per il calcagno e sotto il piede dell’Italia, costeggiando
il Mar Jonio. Circa un’ora prima di arrivare a Catanzaro con i treni
ordinari, vi è la stazione di Crotone, in cui il treno sosta di solito
pochi minuti; dalla stazione un lungo viale alberato conduce alla parte
moderna della città, da cui si sale alla parte antica, coronata da un
poderoso castello le cui colossali mura cadono a picco sul mare. Le mura,
i monumenti, i palazzi mostrano a chi si addentra nel centro abitato che
Crotone non è una città moderna come le industrie e le attrezzature
portuali potrebbero a prima vista far credere.
E infatti da colonne
e da raccolte di frammenti conservate al Museo Civico di quella città
risulta che la nascita di Crotone è molto, molto lontana, più di 2000 anni
fa, nel 700 a.C.
Una delle scuole
medie di Crotone porta oggi il nome di “Scuola Pitagora”, a ricordare come
la fama e lo splendore della città siano principalmente dovute a un uomo:
Pitagora di Samo, che vi soggiornò lunghi anni.
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