domenica 7 dicembre 2014

Freinet a Piragineti

Freinet a Piragineti

Nella seconda metà degli anni Sessanta i bambini e le bambine delle campagne intorno a Rossano,
nella fertile area agricola calabrese della Sibaritide, frequentavano delle minuscole pluriclassi
disseminate nelle numerose frazioni rurali.
Grazie a un’iniziativa del Comune nella zona a ovest della città fu istituita una sede centralizzata
servita da scuolabus e dotata di tempo pieno.
Diverse maestre e diversi maestri vi si trasferirono e una decina di essi, con l’appoggio di alcuni
dirigenti del Provveditorato di Cosenza, avviarono una sperimentazione con il metodo Freinet.
Si aprì così una stagione particolarmente fertile in cui questo piccolo nucleo, aderente al
Movimento di Cooperazione Educativa, in contatto con scuole Freinet francesi e pienamente
integrato nelle ricche attività di aggiornamento del Centro UNLA di Roggiano Gravina, tentò con
successo di rompere sia l’isolamento culturale dei bambini e delle bambine della campagna sia la
routine didattica della pigra cittadina calabrese. Questo tentativo si sostanziò via via in un’attività
didattica ordinaria sperimentale di alto livello e in numerose iniziative didattiche e di
aggiornamento straordinarie che avrebbero lasciato una traccia sia nella successiva attività
lavorativa dei protagonisti sia nell’esperienza esistenziale delle alunne e degli alunni.
L’esperienza della scuola di piragineti venne progressivamente ad esaurimento nella prima metà
degli anni Ottanta quando il nucleo progressivamente si disperse per motivi diversi. Ciascuno dei
suoi membri portò tuttavia nelle proprie nuove realtà lavorative la sensibilità e i metodi maturati nel
corso degli anni Settanta.
A oltre quarant’anni dall’esordio della vicenda nove dei dieci protagonisti sono ancora in vita, tutti
ormai pensionati.
Il progetto intende anzitutto raccogliere in video il loro racconto e quello di alcune delle bambine e
dei bambini di allora ma intende anche archiviare in formato digitale la maggior quantità possibile
di materiale relativo a quella esperienza ( giornalini, fotografie, schede didattiche, registri, altri
materiali cartacei, articoli di giornale, corrispondenze con l’Italia e con l’estero). Lo scopo di questa
raccolta è quello di depositare una traccia quanto più completa possibile della vicenda.
Il secondo scopo della ricerca è però quello di restituire l’eccezionalità di una vicenda di
sperimentazione didattica estremamente avanzata e dai caratteri squisitamente cosmopoliti in
un’area sostanzialmente marginale d’Italia in un periodo storico di grandi entusiasmi e di grandi
slanci culturali. A seconda delle disponibilità di tempo e del grado di collaborazione dei
protagonisti- che sono in genere eccellenti animatrici/animatori- si dovrà quindi stabilire in seguoto
in che modo rendere fruibili al pubblico, non solo locale, questi materiali.
Le tradizionali forme costituite dal libro di storia orale e dal documentario sembrano quelle più
adatte a comunicare- sia pure in estrema sintesi- il senso e la rilevanza storica della vicenda, ma non
è da escludere, visto il carattere digitale sia del materiale raccolto sia delle sintesi che se ne possono
trarre, la possibilità di creare un piccolo sito web dedicato all’illustrazione dell’esperienza e del
progetto di ricerca che metta a disposizione tanto i materiali quanto le eventuali sintesi. 

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