sabato 8 novembre 2014

il quaderno di matematica

[Lettera del prof] Un giorno di fronte a queste alllusioni ad una "matematica (la mia e di Emma Castelnuovo, Giovanni Prodi, per es) che lascia il tempo che trova" - neanche carine e spiritose come la tua - sbottai. Chiamai la mitica Paola Cian a esibire il suo quaderno di matematica (tenevo che si tenesse un quaderno, ricordi?) : sapevo che Paola, secchiona ma simpatica a tutti i suoi compagni, seguiva le mie indicazioni... il quaderno conteneva circa 47 problemi svolti, articolati, dimostrati che noi prendevamo dai testi della Castelnuovo, da Giovanni Prodi, dalla storia stessa della matematica, ... etc; la mandai a spese mie nella piazzetta dietro il forno alla copisteria a fotocopiare il quaderno (peccato! non lo ritrovo) e lo tenni a disposizione dei critici superficiali per gli ultimi giorni di scuola..

Dev'essere stato allora che decisi che il mio sforzo era superiore alle vostre forze e lasciai la scuola.

Anche tu oggi alludi a quei ridicoli esami di analisi matematica che vi propinano per farvi diventare "specialisti" in un'Italia che non conosce alcuna cultura di massa matematica formalizzata e quindi non riesce ad elaborare una cultura digitale e tecnologica adeguata - ben oltre la sterile pratica tecno-ingegneristica che scava sempre più l'abisso tra i tecnocrati e le persone "comuni".

Il quaderno di Paola era magnifico, con le sue correzioni e le sue note personali, ma non bastava a giustificare il mio fallimento e quello della cultura democratica di massa che tentava una scuola pubblica uguale per tutti come base comune per una nazione, la quinta del mondo come produzione!

Anche oggi gli "italiani" sono ciucci in matematica e si colpevolizzano di fronte al solito ricercatore prezioso e snob.. madò! 

Ed anche tu magari...ricerchi..."usi" la matematica, quella efficiente e ben compartimentata, senza pensare che i BRAVI come Wernher von Brown (il tecnico nazista tedesco colonnello delle SS importato in Usa per le glorie dei lanci spaziali Apollo) mandavano missili su Londra dai laboratori - in cui lavoravano come schiavi i prigionieri -  a due passi dai campi di sterminio nazista, imperterriti, presi dalla loro scienza e dei loro padroni.

E magari ora tu mi dirai "che c'entra il nazismo ora" etc etc...ah ah ah

ci vediamo

Editor

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