mercoledì 26 dicembre 2012

un bambino che gioca per lavoro

osservare con interesse un bambino che gioca per lavoro ci può insegnare il carnevale

quale lavoro lo dice il Gran Freinet destinato alla condizione di grande invalido di guerra, con diritto alla pensione massima rifiutò questa condizione e nel gennaio del 1920 fu nominato maestro nella scuola di Bar-sur-Loup. (Paraloup è in Italia, assonante e simile). Quando Freinet fa la sua prima esperienza di maestro in un paesino di montagna, ha ventitré anni ed è reduce dalla guerra, con i polmoni lesi, il che inizialmente lo sollecita all’elaborazione di tecniche che gli permettano di «spolmonarsi meno». L’aula che lo accolse era simile a tante di quell’epoca: "banchi disposti in file rigide, predella per il maestro, attaccapanni fissati al muro, lungo i muri grigi qualche carta geografica della Francia, alcuni cartelloni murali del sistema metrico, simbolo d’immobilità e di silenzio”. L’ambiente malsano della classe impediva a Freinet di far scuola al chiuso e si accorse che le lezioni tradizionali affaticavano i ragazzi, quanto lui stesso. Egli avvertì subito l’esigenza di modificare profondamente i contenuti e i metodi dell’insegnamento tradizionale: verbalistico, nozionistico, impartito uniformemente da un insegnante che domina la scena, sostanzialmente autoritario e repressivo anche se svolto con buona volontà e buone disposizioni. Quel modo di lavorare era un fallimento. 

  Freinet, maestro di strada.  Dunque gli insegnanti presi dalle strade dagli opifici dalle scuole  dagli uffici da dove capita e, come unificanti, i depositi vivi di tecniche ben provate ( e segnate dai maestri) dall'uso.
  Io m'ero formato in proprio una provvista di problemi e di soluzioni condivisa a distanza da libri e con riviste, con gruppi meno virtuali in sè. Ora con google tendenzialmente puntare ai modi e alle mode delle community di sviluppo in rete, à la manière de.
  Questa è una scuola basata sugli insegnanti e sui precetti. Quella di Emma poggia sugli studenti essendo lei mimetica nell'esercitare tra i banchi. Deve diventare semmai una scuola strutturata sulle tecniche ( vedi ) condivise dagli studenti in campo, quasi fossero soli. E gli insegnanti impegnati con riferimento puntale a queste reti di conoscenze visibili e orientate    esplicitamente alla scuola: scalabile (un orto botanico può essere utile con le sue conoscenze ai bimbi e agli universitari, può fornire immagini e schede, ma anche dei naturalisti in cattedra per le ore che servono - ndr - una ASL può curare i ragazzi in gruppo e con la didattica piena di numeri familiari ai discenti, di esplorazioni e saperi raggiungibili in presenza diretta, comuni ai docenti dedicati quel giorno e per il tempo utile ad accumulare un quadro sanitario che dica qualcosa di indimenticabile - ndr), distribuita, variamente costosa, incrementabile, monitorata in trasparenza.

  Emma ispiratrice, suo emulo l'Allievo, e come tale "traditore".

  Si tratta del De Profundis per l'uomo rinascimentale invocato a sproposito nel caso del professionista contemporaneo.  Quest'equivoco viene da lontano {1860, [(..) galantuomini  colti e aperti, di fronte ad una popolazione ignorante e depressa. Ma ognuno di essi, spinto dalla propria genialità, era un outsider dell'insegnamento, che usa della cattedra per naturale bisogno di espressione e guarda alla scolaresca come una platea, come spunto attivo di ispirazione.] La matrice del professore liberale "napoletano" nel quadro poi della scuola dell'Italia unita} e si propaga per 150 anni intatto perchè, come ebbe a dire Emma, l'unica chance del professore pubblico dell'Italia in matrice liberale - e individualista e anarchica (!) - è stata data dall'assenza di capacità e volontà di controllo dello stato, e della politica, sulla massa degli insegnanti reclutati genericamente nel dopoguerra, in specie negli anni susseguenti, anche dalle università e tenuti in un limbo economico a non causar danno al manovratore di destra e di sinistra.
  Oggi la minaccia al rinnovamento della formazione di base viene da altro, la mitica delle tecnoscienze e la soggezione obiettiva del mondo globalizzato al modo di produrre altamente tecnologico del digitale. La si respinge efficacemente, senza per questo ritornare nell'angolo della formazione umanistica, se si comincia con il condividere le conoscenze individuali in un quadro di attività simili in luoghi e situazioni diverse: questo si può già fare, facendo rete in rete, facciamolo e vedremo che Emma Freinet Basaglia Lorenzo ci verranno incontro di sicuro.



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