mercoledì 1 gennaio 2014

il tempo di Emma Castelnuovo

Emma Insieme >
I pilastri innovativi della didattica della prof. Emma Castelnuovo sono:
1. Guidare l’alunno alla riscoperta delle leggi e proprietà dei numeri e delle figure
2. Considerare le problematiche concrete come base di ricerca, capaci di coinvolgere l’alunno
3. Utilizzare un indirizzo storico-costruttivo e non descrittivo.
Emma Castelnuovo suggerisce:
1) ….una didattica che sappia rispettare i tempi dell’alunno e il suo modo di mettersi alla prova “cimentandosi” per sviluppare le possibilità di osservazione, l’intuizione, il senso critico, e, in generale, alcune fondamentali attitudini di pensiero.
2) “……mettersi allo stesso livello, cioè suscitare interesse e quindi discussioni, accettare domande su domande, anche le più balorde! Accettare delle domande a cui, là per là, non si sa rispondere e non avere scrupolo di dire: guardate non lo so. Questa è la cosa fondamentale indipendentemente dalla materia che si insegna”.
3) “Lasciate ai ragazzi il tempo di perdere tempo”, nel senso di garantire loro l’opportunità di costruire soluzioni, anziché far loro usare soluzioni già pronte. il che è come dire dare loro il tempo per riflettere, per pensare, per ipotizzare, per operare con la mente, per arrivare a capire e, quindi, a costruire conoscenze sicure.
4)” Se ci si dà il tempo necessario a che ciascuno capisca, se si condivide l’esperienza in uno spazio adatto e c’è un clima cooperativo capace di accogliere i pensieri, le ipotesi e le idee di ciascuno, alcuni ostacoli e blocchi mentali possono essere attenuati e tutti hanno la possibilità di esprimersi senza paura di sbagliare”.

Dicono di Lei:
  • «La signorina Emma, matematica e fisica, una sorta di maschiaccio indisciplinato, sempre pronta a sobillare i ragazzi perché non fossero troppo rispettosi delle autorità superiori. Una volta li aveva persino incitato allo sciopero, che il governo dall’allora considerava materia penale […]. Era giovanissima, ma già si vedeva che, col passare degli anni, sarebbe rimasta sempre la stessa, né vecchia né giovane, eternamente sospesa sulla storia del mondo come un’ipotesi matematica. Già perché era figlia del celebre Guido, fra i più grandi calcolatori dei tempi moderni, sebbene, a rifletterci, un filo di romantica pazzia guidasse i suoi gesti, derivatele forse, dal romanziere Enrico, suo nonno: così pertinace era nell’esigere dai ragazzi una passione concreta, carnale, per le matematiche applicazioni, all’infuori di ogni astrattismo pedante». (F. Della Seta, L’incendio del Tevere, Udine, Paolo Gaspari editore, 1996, pp. 27-28).
  • «Prendo in prestito da Enriques l’immagine figurativa della “scintilla che accende l’amore per la matematica” […] la scintilla che ha acceso in me l’amore in particolare per la geometria è scoccata alla scuola media sui libri di Emma Castelnuovo». (M. Piccione, Modelli dinamici e immagini mentali, in Atti del Convegno Emmatematica, L’insegnamento di Emma Castelnuovo.“Vedere oltre le figure e i numeri”(26 ottobre 2001), Firenze, Edifir, 2003, pp. 71-72).
  • «Emma Castelnuovo rappresenta sicuramente una delle figure più significative del nostro secolo per quanto riguarda la cultura scolastica; Emma non si è occupata di tecnicismi[ …] quello che ha fatto per la matematica è proprio l’opposto: è porsi il problema di far sì che la cultura, le discipline servano per la formazione di tutti». (C. Fiorentini, Quale cultura e didattica per una scuola democratica?, in Atti del Convegno Emmatematica, L’insegnamento di Emma Castelnuovo.“Vedere oltre le figure e i numeri” (26 ottobre 2001), Firenze, Edifir, 2003, pp. 97-98).
È nota l’attività pedagogica di Emma Castelnuovo sviluppatasi nell’arco di più di un cinquantennio e volta a modernizzare i programmi e la didattica della matematica attraverso la pubblicazione di innovativi manuali scolastici o mediante originali iniziative come le “esposizioni di matematica” organizzate direttamente dai suoi allievi. Nel suo insegnamento non c’è spazio per il nozionismo o il tecnicismo; anzi, a fondamento del proprio pensiero sta una visione attiva della cultura e del processo d’apprendimento che necessita di un impegno diretto dello studente e che procede costantemente dal concreto all’astratto. È un metodo, quello della Castelnuovo, che nasce da ragioni civili e sociali di natura democratica ed egualitaria e che considera la matematica non solo come mezzo per l’acquisizione di un certo abito mentale ma, soprattutto, come strumento di lettura della realtà capace di promuovere una effettiva crescita culturale e di incidere, quindi, anche sulle scelte e le azioni. «La matematica dalla realtà, nella realtà e per la realtà» è uno dei motti da lei usati per esprimere in modo più incisivo le sue idee.

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