domenica 18 gennaio 2015

il non senso in matematica

Un lettore infedele, Enriques, un giovane poeta, Cardarelli, un caso di scrittore enigmista, Colin Dexter, e avanti così. E Corrado Costa sui fatti di Parigi interroga Sade: finiti per sempre i "secoli cupi dell'ignoranza quando, trionfando la religione nei suoi crudeli aspetti, si puniva con la morte chiunque osasse spingersi così lungi sulla strada del pensiero"?

l'Errore di Enriques 

Sbagliando s'impara. Una rivalutazione dell'errore


[federigo-enriquesDecisivo fu invece l'incontro con G. Castelnuovo, allora già professore nell'ateneo romano, che cosi descrive il carattere e il modo di pensare dell'E.: "Stavo per suggerirgli la lettura di libri e memorie ma mi accorsi subito che … Federigo Enriques era un mediocre lettore. Nella pagina che aveva sotto gli occhi egli non vedeva ciò che era scritto, ma quel che la sua mente vi proiettava. Adottai quindi un altro metodo: la conversazione. Non già la conversazione davanti a un tavolo col foglio e la penna, ma la conversazione peripatetica. Cominciarono allora quelle interminabili passeggiate per le vie di Roma, durante le quali la geometria algebrica fu il tema preferito dei nostri discorsi. Assimilate in breve tempo le conquiste della scuola italiana nel campo delle curve algebriche, l'Enriques si accinse arditamente a trattare la geometria sopra una superficie algebrica. Egli mi teneva quotidianamente al corrente dei progressi delle sue ricerche, che io sottoponevo ad una critica severa. Non è esagerato affermare che in quelle conversazioni fu costruita la teoria delle superficie algebriche secondo l'indirizzo italiano" (cfr. Period. di matem., 1947, pp. 81 s.).
In quelle strade s'incrociavano le strade del giovane poeta con le loro.
Le questioni municipali assumevano un rilievo enorme nella Roma di quegli anni. ll Campidoglio, per un uomo politico, era il primo gradino da salire. E solo a caso e distrattamente si cominciò a sentir parlare, ad un certo punto, di Giovani Turchi e di «comitati» balcanici. Ma questo avveniva sulla fine del 1911, al tempo della guerra di Libia. Negli anni anteriori uno dei maggiori interessi della capitale era costituito dal teatro Stabile dell` «Argentina» che, d’altra parte, faceva «forni» memorabili, mentre il pubblico accorreva alle pochade; e all'operetta. I più grandi successi teatrali, nella Roma della mia giovinezza, furono la Geisha e la Turlupineide. [Vincenzo Cardarelli] La fontana dell`Esedra, il Costanzi, il palazzo delle Esposizioni e il giardinetto del Quirinale, frequentato seralmente da una pallida ragazza del mio paese che abitava da quelle parti, vicino alla caserma dei pompieri. Sicché le mie prime ansie d'amore sono legate ad una Roma un po’ triste e borghese, che un giovane letterato, ammiratore fervente di [...]


Lo-strano-caso-della-lettrice
 "Poi però dopo un po' mi sono stufata, alla fin fine questo romanzo è un susseguirsi di ipotesi sbagliate, una più fantasiosa dell'altra, raggiunte tramite processi mentali non del tutto spiegati, o comunque a me non congeniali. Se alle prime 2-3 ipotesi ero interessata alla quinta-sesta non volevo nemmeno più sapere chi fosse l'assassino e cosa fosse successo, volevo solo finire il libro.

Infatti non ricordo già più quale delle innumerevoli ipotesi proposte fosse reale, che fine abbia fatto la ragazza e chi ha ucciso le vittime." 


Ovvero, l'Equazione di Dio

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