Arrivi per il software, rimani per la comunità. una internet community che sembra pensata 60 anni fa al Tasso da Emma; un network che nasce da una volontà concreta di dotarsi di un sapere attivo (un software) e che scopre la ragione dello stare insieme nell'apprendere.
[Tecniche parametriche di progettazione] Dries Buytaert e Hans Snijder [..] creò un piccolo sito interattivo che permettesse agli studenti di inviare note e notizie utili a tutti. Finita l'università, il gruppo di studenti decise di pubblicare il sito in internet
Tre cani, o meglio quattro gatti Ven, 11/09/2009 - 15:34 | by editor Siamo tre cani o piuttosto quattro gatti: ecco un ex prof di matematica rifugiato alla Treccani cosa s'inventa? Nientemeno che una Wikipedia..!
La Treccani che fa? «In questi anni molti professori in molte scuole hanno fatto cose straordinarie. Restano esperienze isolate. Noi stiamo creando una sorta di Wikipedia con gli esperimenti migliori. In modo da fornire un catalogo di esperimenti certificati da cui partire. La scuola si può cambiare solo con piccoli passi e solo puntando sugli insegnanti e i presidi che vogliono darsi da fare».
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la didattica delle scienze nel mondo ha prodotto meraviglie. Nella scuola italiana non è arrivato niente? Lo abbiamo chiesto a Mauro Palma, professore di matematica e responsabile dell'area scuola della Treccani. l'apprendimento delle scienze è ancora l'emergenza numero uno.
Perché?
«I bambini delle elementari adorano le scienze e sono bravissimi. Percepiscono la matematica come un gioco, che gli può essere utile. Poi, all'inizio della scuola media si spezza sia il piacere che il senso di utilità. È fatto intenzionalmente».
Un complotto antiscientista?
«No, una sciocca convinzione che bisogna insegnare il linguaggio formale della matematica.
Che applicarla alla realtà sia una diminutio. Così i bastoncini diventano "segmenti", tanto per fare un esempio. Con l'illusione di insegnare il ragionamento astratto. Ma finendo nell'astruso. Le scienze sono materia concreta alle elementari, e diventano alle superiori narrazione astratta. Non fanno più un esperimento, non osservano più».
«I bambini delle elementari adorano le scienze e sono bravissimi. Percepiscono la matematica come un gioco, che gli può essere utile. Poi, all'inizio della scuola media si spezza sia il piacere che il senso di utilità. È fatto intenzionalmente».
Un complotto antiscientista?
«No, una sciocca convinzione che bisogna insegnare il linguaggio formale della matematica.
Che applicarla alla realtà sia una diminutio. Così i bastoncini diventano "segmenti", tanto per fare un esempio. Con l'illusione di insegnare il ragionamento astratto. Ma finendo nell'astruso. Le scienze sono materia concreta alle elementari, e diventano alle superiori narrazione astratta. Non fanno più un esperimento, non osservano più».
Invece?
«Invece io comincerei a dividere il monte ore settimanali in due parti. Da un lato certamente dobbiamo cominciare a insegnare la grammatica della matematica, e delle scienze. Ma in contemporanea occorre investire un tempo congruo per risolvere problemi reali che usano le regole imparate. Inutile fare infinite espressioni di primo grado senza sapere che sono il modo di cercare qualcosa che non conosciamo avendo tutte le informazioni necessarie».
«Invece io comincerei a dividere il monte ore settimanali in due parti. Da un lato certamente dobbiamo cominciare a insegnare la grammatica della matematica, e delle scienze. Ma in contemporanea occorre investire un tempo congruo per risolvere problemi reali che usano le regole imparate. Inutile fare infinite espressioni di primo grado senza sapere che sono il modo di cercare qualcosa che non conosciamo avendo tutte le informazioni necessarie».
Ma i problemi si fanno.
«No, si fanno problemi con situazioni irreali inventate apposta per usare le regole. Invece bisogna fare il contrario: usare la matematica per leggere un grafico, per pagare un conto, persino per giocare al lotto. Per vivere serve di usare le percentuali: i ragazzi imparano a fatica le frazioni ma vanno in tilt di fronte alle percentuali che sono frazioni in bàse 100, perché nessuno gliele fa usare. La matematica serve a capire quali dati, quali informazioni ci servono e a organizzarle con logica in modo da comprendere il mondo e govemare molti momenti della nostra vita».
Anche il bambino scienziato viene trasformato in un analfabeta scientifico alle superiori.
«A partire dalla scuola media domina una visione narrata delle scienze. Apprendo sui libri la fotosintesi, ma le piante restano là fuori. La scienza è il metodo sperimentale con cui impariamo a leggere il mondo, ma a scuola i nostri ragazzi apprendono al più a leggere la grammatica scientifica di un fenomeno, dalla fotosintesi all'entropia, e a riferirlo».
Invece?
«Invece sarebbe bello avere un gruppo di lavoro che lavora per mesi a costruire un esperimento a partire da un principio di fisica o di biologia cellulare o di chimica. Studia il principio e mette in piedi l'esperimento. Poi magari gira un video e lo mette si internet».
Ma i laboratori ci sono. «No, si fanno problemi con situazioni irreali inventate apposta per usare le regole. Invece bisogna fare il contrario: usare la matematica per leggere un grafico, per pagare un conto, persino per giocare al lotto. Per vivere serve di usare le percentuali: i ragazzi imparano a fatica le frazioni ma vanno in tilt di fronte alle percentuali che sono frazioni in bàse 100, perché nessuno gliele fa usare. La matematica serve a capire quali dati, quali informazioni ci servono e a organizzarle con logica in modo da comprendere il mondo e govemare molti momenti della nostra vita».
Anche il bambino scienziato viene trasformato in un analfabeta scientifico alle superiori.
«A partire dalla scuola media domina una visione narrata delle scienze. Apprendo sui libri la fotosintesi, ma le piante restano là fuori. La scienza è il metodo sperimentale con cui impariamo a leggere il mondo, ma a scuola i nostri ragazzi apprendono al più a leggere la grammatica scientifica di un fenomeno, dalla fotosintesi all'entropia, e a riferirlo».
Invece?
«Invece sarebbe bello avere un gruppo di lavoro che lavora per mesi a costruire un esperimento a partire da un principio di fisica o di biologia cellulare o di chimica. Studia il principio e mette in piedi l'esperimento. Poi magari gira un video e lo mette si internet».
«Sì, e sono teatrini, dove gli studenti vanno e guardano, quando va bene, il professore che esegue un esperimento astruso che dovrebbe illustrare un principio scientifico: ancora grammatica e narrazione invece che realtà».
La Treccani che fa?
«In questi anni molti professori in molte scuole hanno fatto cose straordinarie. Restano esperienze isolate. Noi stiamo creando una sorta di Wikipedia con gli esperimenti migliori. In modo da fornire un catalogo di esperimenti certificati da cui partire. La scuola si può cambiare solo con piccoli passi e solo puntando sugli insegnanti e i presidi che vogliono darsi da fare».
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