sabato 24 marzo 2012

il governo del paese


Ma anche accettando che la cultura tecnoscientifica
possegga doti taumaturgiche nei confronti della società,
resta il problema di come impartirla: e si arriva al proble-
ma formidabile della scuola. La crisi della scuola scaturi-
sce da tre fattori principali, tutti riconducibili allo svilup-
po della tecnologia: in primo luogo docenti e discenti
non riescono più a comunicare tra loro, perché il divario
generazionale sottende un divario di organizzazione cere-
brale dovuto alle diverse esperienze neonatali e infantili.
Secondo: da luogo unico (e protetto) di trasmissione del
sapere, la scuola subisce sempre più la concorrenza di al-
tre fonti di conoscenza, diffuse e informali, ma potenti (la
televisione, internet"), che operano in modi più accatti-
vanti e meno sistematici, Infine ci sono i rapporti tra la
scuola e il resto della società. In un’epoca dominata dal-
l'economia e dal mercato, la società tende a subordinare
a sé la scuola, che dovrebbe rinunciare alle sue pretese di
indipendenza culturale per limitarsi a preparare (a fabbri-
care) persone adatte a inserirsi nel processo produttivo.
Di fronte a questa imposizione, la scuola si trova in un
doppio vincolo o si adegua e diventa una cinghia di tra-
smissione della produzione, ma allora e destinata a spari-
re perché le singole aziende possono preparare i propri
tecnici assai meglio di una scuola pubblica a largo spet-
tro; oppure cerca di mantenere la propria autonomia, no-
nostante e contro la società che la circonda e, non dimen-
tichiamolo, la finanzia: ma anche in questo caso è desti-
nata alla sconfitta, perché nessuna società basata sull’utile
continuerebbe a investire in un ente improduttivo e po-
tenzialmente critico.



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