giovedì 29 marzo 2012

il mio professore di matematica

gli Insiemi Numerici   / Achille e la tartaruga

Peppino Plastina nel Reference del Dipartimento di Filosofia ad Arcavacata
webing:"le tre parti...
  1. http://youtu.be/E7zuj8eqJvk
  2. http://youtu.be/xgfnKR294a8
  3. http://youtu.be/sd9WPXFgNus
    nuovo encoder"

sabato 24 marzo 2012

il governo del paese


Ma anche accettando che la cultura tecnoscientifica
possegga doti taumaturgiche nei confronti della società,
resta il problema di come impartirla: e si arriva al proble-
ma formidabile della scuola. La crisi della scuola scaturi-
sce da tre fattori principali, tutti riconducibili allo svilup-
po della tecnologia: in primo luogo docenti e discenti
non riescono più a comunicare tra loro, perché il divario
generazionale sottende un divario di organizzazione cere-
brale dovuto alle diverse esperienze neonatali e infantili.
Secondo: da luogo unico (e protetto) di trasmissione del
sapere, la scuola subisce sempre più la concorrenza di al-
tre fonti di conoscenza, diffuse e informali, ma potenti (la
televisione, internet"), che operano in modi più accatti-
vanti e meno sistematici, Infine ci sono i rapporti tra la
scuola e il resto della società. In un’epoca dominata dal-
l'economia e dal mercato, la società tende a subordinare
a sé la scuola, che dovrebbe rinunciare alle sue pretese di
indipendenza culturale per limitarsi a preparare (a fabbri-
care) persone adatte a inserirsi nel processo produttivo.
Di fronte a questa imposizione, la scuola si trova in un
doppio vincolo o si adegua e diventa una cinghia di tra-
smissione della produzione, ma allora e destinata a spari-
re perché le singole aziende possono preparare i propri
tecnici assai meglio di una scuola pubblica a largo spet-
tro; oppure cerca di mantenere la propria autonomia, no-
nostante e contro la società che la circonda e, non dimen-
tichiamolo, la finanzia: ma anche in questo caso è desti-
nata alla sconfitta, perché nessuna società basata sull’utile
continuerebbe a investire in un ente improduttivo e po-
tenzialmente critico.



venerdì 23 marzo 2012

prendere buoni appunti di matematica

LICEO SCIENTIFIOCO “F. BRUNO”
Ai Genitori degli alunni delle classi I A e II A
Una delle cose più utili a scuola è il prendere buoni appunti, ma è anche la cosa più difficile: non sempre è possibile, spesso quelli che abbiamo preso a lezione sono incompleti e poco chiari..
Tutti abbiamo in mente lo scambio di questi preziosi riassunti che avviene in vista dell'interrogazione, o prima degli esami.
Ma basta averli gli appunti o è meglio usarli studiando con il compagno che questi appunti li ha presi?

Con Internet non cambiano certo le cose, ma divengono più facili: se si affrontano le cose di scuola come si usa Facebook o il Messenger ogni giorno.

Appunti in linea (su Internet) e qualcuno con cui aiutarsi a studiarli - sono in fondo le soluzioni più facili e dirette che oggi abbiamo con i computer in casa.

Quando possiamo ritagliarci dei momenti di recupero per riguadagnare il tempo perso abbiamo a disposizione i migliori appunti possibili perchè li ha rivisti il professore e li hanno usati i nostri compagni.

Sono appunti, diciamo così, garantiti per l'interrogazione. 

 Allora, colleghiamoci e cominciamo:

Mettiamo nome e password:

Prendiamo dal menù il primo argomento da studiare

Attenzione:
A lezione, alla fine di ogni ora risolveremo insieme in classe le difficoltà che abbiamo incontrato sul pc.19 studenti si sono già registrati nel sistema dall’inizio dell’anno scolastico, 9 di questi, fino al termine del primo quadrimestre, hanno anche attivamente partecipato alle esercitazioni proposte consegnando nel sistema il lavoro prodotto e utilizzando l’assistenza a distanza del professore (commenti/osservazioni ai file consegnati) per migliorarlo, reiterando più volte il processo.
Corigliano Calabro, marzo 2012

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Insegnamento a distanza
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Insegnamento a distanza vuol dire in realtà “alla distanza giusta”, nel senso che permette di essere vicini  - a chi studia e insegna -  nei momenti, nei luoghi e nei modi più opportuni. 

Agli studenti è offerto il sostegno di un ambiente per l’apprendimento a distanza. La didattica su Internet, infatti, consente agli studenti di integrare il lavoro in classe con quello svolto da casa in un momento qualunque della settimana.

Per sua natura è una scuola attiva e stimola all’approfondimento e promuove l’autonomia e la capacità critica, non è meccanica né tantomeno automatica.

E’ fortemente individualizzata, pur essendo pubblica e trasparente.

Sono attivate anche lezioni di recupero disponibili in Internet in ogni momento, che tengono presente le difficoltà di ognuno e riportano lo studente in gruppo. Inoltre, è disponibile anche per i genitori che vogliano partecipare al lavoro scolastico, come spettatori o perché interessati a loro volta direttamente.

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note tecniche
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La Formazione a distanza (FAD) in modalità e-learning (electronic learning) è l’insieme dei metodi e delle tecnologie orientate all’erogazione a distanza dei contenuti formativi e alla gestione della comunicazione fra gli utenti, in particolare fra docenti, tutor e studenti.

La didattica e l’aggiornamento professionale basati su l’e-learning permettono di avere molteplici vantaggi, ad esempio l’accesso ai corsi di un numero elevato di utenti, anche distribuiti su un vasto territorio e la fruizione del materiale didattico senza limitazioni di tempo attraverso una qualsiasi connessione Internet. Inoltre, la disponibilità di risorse multimediale (filmati, immagini, animazioni, ecc.) fanno dell’e-learning un valido strumento a supporto e ad integrazione delle attività di didattica tradizionali.

Per accedere ed usufruire della piattaforma per la Formazione a distanza (FAD) non è necessario essere dotati di conoscenze informatiche approfondite: è sufficiente saper navigare in Internet!

Per accedere ai corsi occorre essere autorizzati, cioè disporre di una chiave di accesso (username e password) rilasciata in modo univoco per ciascuno studente.

domenica 11 marzo 2012

Disgustosa, bestiale, breve

Le due culture, Charles S-now, pag.51 - [1960] -
Non è questo il problema principale della rivoluzionbe scientifica.
Il problema principale è che coloro che vivono in paesi industrializzati
diventano più ricchi, mentre quelli (..)
La vita, per la stragrande maggioranza dell'umanità,
è sempre stata disgustosa, brutale e breve.

N
ei paesi poveri, essa è ancora così.

Dunque dal 1971 in quarant'anni (40, leggasi quaranta, ma anche cinquanta dice Snow) non è cambiato nulla! .. malgrado la mitica Scuola Pubblica Statale Italiana, seconda azienda pubblica al mondo per numero di addetti dopo l' U.S. ARMY. O meglio ... 1971_2011

Proponiamo delle buone domande. Facciamo una cosa: leggete questi dati ai vicini di casa, di casa, e di scuola, e vediamo se cadono dalle nuvole.
- un milione di insegnanti, segretari, bidelli [dati freschi: (724.000 + 230.000)+ 41000].



esclusivo
DIDATTICA DELLE 150 ore: senza esclusioni 04/mar/2012 _71 Visual.pag_ 1976



Altre domande: le nuove agenzie della formazione di massa
Giggi er bullo [San Toro e il suo pard er fatto (un fattone, direbbero alla garbatella, quotidiano)]
Il cretino di talento ["Chi non lavoraaa / Non fa l'ammoreee" (autunno caldo 1969 -2012)]
Maria La Filippa [il maschione]: responsabile della formazione di milione di donne ben oltre la sua mission aziendale di riferimento, le shampiste. E' una professionista.
Chi cazz' l'ha visto [la maschietta]: piglio da tenutaria (a Figarezza, secondo A.Delfini) fa da collegamento con le truppe del pomeriggio che lavorano ai fianchi le signore del popolo che fanno la calza sotto la ghigliottina.
Landini [ini, ini, ini] ingrassa e farà presto Alì Landroni, è nu veru Babà: insidia la scena a Crozz i' muurt [un maestro di penzziero, 'Vitti 'na crozza'], allo stesso Giggi, alla Famiglia Guzzandi-grandi-uzzolandi.
to be continue

lunedì 5 marzo 2012

1971_2011

1971 _ 2011
NUMERI


anno zero Censimento e viaggio a dorso d'asino:A passo d’asino ci vogliono quattro giorni per attraversare la verde pianura..
 [http://www.collevalenza.it/Pres0013.htm]


1971, ISTAT
Laureati..............................................1,8%
Diplomati............................................6,9%
Licenza Media Inferiore....................14,7%
Licenza Elementare .........................44,2%
Senza Titolo......................................27,2%

1981 Censimento e asini 
[2011/10/2011-riepiloghi-decennali.html]


2011 Altri asini  
 il 68,2% della popolazione, pari a 39.146.400 unità
[2011/11/allarmi-siam-turisti.html]




nota [Paolo Linati]

domenica 4 marzo 2012

L'insegnamento di matematica e scienze

Didattica delle 150 ore, Tullio De Mauro, Edfitori Riuniti, 1976
Nell'Aprile del 1973, con la firma del contratto di lavoro dei Metalmeccanici e la conquista di 150 ore retribuite per la formazione, si concludeva una importante stagione di lotte sindacali e se ne apriva un'altra che avrebbe realizzato una estesa generalizzazione di quella conquista contrattuale e assicurato un forte e decisivo impulso di rinnovamento per la scuola italiana.
Fabbrica e Scuola incrociavano allora le rispettive problematicità,
entrambe attraversate da grandi movimenti di trasformazione per nulla riconducibili agli schemi classici della cultura politica e sindacale di quel primo ventennio di storia repubblicana.

§ Perché le "150 Ore"?
§ Perché la più importante categoria dell'industria sceglieva di destinare
alla formazione una parte dei benefici contrattuali ottenuti con lunghe e costose lotte?
§ Quale idea di scuola e quale bisogno di formazione avevano dato origine
a una scommessa così impegnativa?

Ritorniamo trent'anni dopo a interrogarci su quel "passaggio storico" perché nella scuola, nel sindacato, nel lavoro sociale sentiamo il bisogno di ritrovare oggi un equivalente di pari forza a quella coppia "Fabbrica e Scuola" che nel 1973 racchiudeva significati di portata strategica.
Il Movimento Sindacale incontrò grande difficoltà a gestire politicamente
quella sua conquista e ben presto ne lasciò la gestione agli operatori scolastici. Non fu un disconoscimento di paternità, ma il movimento sindacale non seppe allora interrogarsi sulle ragioni di quelle difficoltà. La Scuola fu madre adottiva delle "150 Ore", talvolta matrigna, e pur tuttavia lì sono state investite molte energie e lì sono maturate esperienze entusiasmanti e generose, talvolta ingenue e spesso effimere, sempre rinnovate negli ultimi trent'anni.
Nella Scuola, nell'Educazione degli Adulti, si sono misurati in trent'anni
migliaia di insegnanti, centinaia di migliaia di uomini e donne adulti di ogni condizione sociale e di ogni nazionalità hanno praticato il diritto di cittadinanza attiva nella scuola; l'offerta si è estesa in forma diffusa su tutto il territorio nazionale e su tutte le soggettività presenti nell'universo adulto. Le conquiste contrattuali del 1973 e degli anni successivi in materia di diritto allo studio si sono sviluppate quindi su un terreno fecondo e questo elemento ne ha garantito la continuità anche quando era ormai esaurita la spinta dei consigli di fabbrica e delle avanguardie sindacali.


il giovane Walter Maraschini


1976, LE 150 ORE


Intorno alla formazione in età adulta sono state realizzate esperienze di valore emblematico, ispiratrici delle intese che negli anni '90 hanno dato sostanza a quel disegno del "sistema integrato" fortemente voluto dal movimento sindacale, e sono anche cresciuti forti interessi, talvolta di natura speculativa, alimentati dagli ingenti finanziamenti del Fondo Sociale Europeo attraverso i Piani Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR).
La difficoltà a delineare a una strategia complessiva in materia di
formazione espone il sindacato al pericolo di restare spettatore inerte di politiche segmentate e contraddittorie, condizionate da un neo centralismo regionale che tratta il diritto all'istruzione e alla formazione in età adulta alla stregua dell'addestramento professionale, come bisogno a domanda individuale.

DIDATTICA DELLE 150 ore: senza esclusioni

  DIDATTICA DELLE 150 ore, editori Riuniti, Marzo 1976
o di una organizzazione fondata sul concerto formalizzato di »vicinanza» (strutture topologiche = Topologia), ...,
si passa poi a insiemi con strutture multiple, 0 con relazioni di vario tipo. Insomma, per usare una immagine delgruppo Bourbaki, ciò che conta è la »architettura dellematematiche», non il materiale dei mattoni con i qualile teorie matematiche sono costruite.
La conoscenza di oggetti e fenomeni come convergenza di metodi diversi, e non come separazione in materie isolate le une dalle altre: ecco la rivoluzione copernicana che occorre operare nelle nostre menti per realizzare una unità interdisciplinare non soltanto nelle grandi occasioni, nei giorni di festa, ma nel lavoro quotidiano, dentro ogni specializzazione.
Fortunatamente, questa rivoluzione copernicana si é già verificata, e da tempo, nelle teste di molti docenti, e può oggi diventare un nuovo senso comune. Per quel che riguarda esperienze consolidate di insegnanti esperti, di interdisciplinarietà dentro la l0r0 specializzazione, mi limiterò a citare alcuni casi di matematici, perché è l’insegnamento del quale ho diretta esperienza.
Un esempio oramai classico, e ben noto anche fuori d’Italia, di insegnamento interdisciplinare nell’ambito di un metodo, è quello dell’insegnamento della matematica così come viene fatto da Emma Castelnuovo alla scuola media Tasso di Roma. Rinviamo ai documenti scritti, in particolare ai due volumi della collana Boringhieri di Didattica — Proposte ed esperienze nei quali vengono << fissate sulla carta » le esposizioni di matematica fatte dal collettivo degli allievi (senza esclusioni !!), nella primavera del 1971 e in quella del 1974 (il secondo volume e in corso di stampa mentre scrivo queste note).
Il lettore che visitera quelle bellissime esposizioni attraverso le pagine scritte, troverà della matematica pura, tanta matematica pura: curve e superfici colle loro equazioni in coordinate cartesiane (anche polari, talvolta); trasformazioni geometriche, quando possibile tradotte in
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equazioni; strutture algebriche non numeriche (gruppi, anelli delle classi, resto rispetto a un dato modulo); calcolo logico; coordinate baricentriche, probabilità semplicie composte...
Ma la matematica pura vive, nelle classi-laboratoriodi Emma Castelnuovo, nelle sue incarnazioni: é, insieme,matematica che serve per studiare la composizione dei
colori, o l’andamento di un fenomeno fisico, o le leggi di Mendel, o la colorimetria, o la » ottimizzazione » economica, o..
(...)
Le cose hanno, certo, una loro diflicoltà intrinseca. Ma l’approccio scolastico tradizionale riesce a renderle molto, molto più diflicili di quel che non siano se affrontate in diverso modo. L’approccio tradizionale é quello grammaticale e deduttivo, pedantesco, che capovolge il processo reale della scoperta.
La scuola non deve essere fatta di aule (Hòrsaal =aula per stare ad ascoltare, dicono realisticamente i tedeschi), ma di laboratori.  Il punto di partenza dell’apprendimento deve essere il problema, non la teoria bella e fatta, e la prima soluzione deve essere escogitata costruttivamente. 
Poi verrà, se verra, la sistemazione rigorosa, deduttiva, la teoria compiuta.
 (Archimede trovava aree e volumi con un metodo costruttivo, di tipo meccanico e infinitesimale; poi rendeva noti i risultati che cosi aveva raggiunti, partendo da essi, e dimostrandoli per assurdo.
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Perché mai chi impara non dovrebbe seguire la stessa via, lo stesso procedimento di chi crea?)
Il momento della lezione, per aprire. 0 chiudere un discorso, 0 anche per sorreggere e guidare durante il lavoro, è un momento importante, a mio avviso non eliminabile. Ma deve essere, appunto, un momento, non tutto il tempo della giornata di ¤lavoro scolastico. Questo vale,a mio avviso, in ogni scuola, anche all’università. Una prima, ancora assai incerta esperienza di Laboratorio di ricerca didattica affiancato al mio corso di lezioni di matematiche complementari 1974-75, ha destato interesse molto vivo tra gli studenti, che finalmente facevano loro, parlavano, proponevano, discutevano, invece di ricevere (silenziosi) parole, parole, parole. Occorre aggiungere che il carattere verbalistico della scuola, il primato che in essa ha il << dire » sul << fare », è terribilmente deformante da un lato (<< vien fuori della gente senza mani », dice spesso Giulio Cortini), dall’altro porta a un giudizio, a una scala di valori del tutto falsa. 
Le capacità di espressione linguistica, di memorizzazione, di astrazione non sottoposta a verifica sono il metro, principale se non unico, per misurare intelligenza e maturità. 
Tutta la parte intelligenza costruttiva (manualità coordinata, intuito tecnico, procedimenti euristici non rigorosi e procedimenti approssimati pratici, ecc.) non viene considerata quasi per nulla.
Siamo ancora la scuola della grammatica e della sintassi latina, non delle << applicazioni tecniche »; la scuola del rigore euclideo, non del problem solving.
Credo, a questo punto, di potere e dovere dire la mia sulla organizzazione generale, sulla struttura di un corso delle » 150 ore », per il completamento della istruzione obbligatoria di otto anni, o anche per livelli superiori.
In una fuse iniziale, si fa vedere come la soluzione di problemi particolari e locali rinvia alla conoscenza di strutture complesse, di leggi e fenomeni generali.
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Dare i numeri


Emma Castelnuovo  ·  Statistiche  ›  Post
26/feb/2012 18:00 – 04/mar/2012 17:00
29/feb/2012
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  DIDATTICA DELLE 150 ore

1971, ISTAT
Laureati..............................................1,8%
Diplomati............................................6,9%
Licenza Media Inferiore......................................14,7%
Licenza Elementare ..............................................44,2%
Senza Titolo......................................27,2%
Analfabeti dichiarati.............................5,2% cc

reduce da un incontro



Egregio prof., sono reduce da un incontro con le prof.Castellini e Fazzino di Poggibonsi che mi hanno introdotto ad una visione molto interessante della matematica che vorrei approfondire (ho un misero diploma di informatica industriale ma la matematica mi ha sempre appassionato molto) e passare anche a mio figlio che fa seconda media. Le prof. in questione mi hanno suggerito il libro "Geometria intuitiva" di Emma Castelnuovo dicendomi che, purtroppo, si può trovare solo sul blog della Castelnuovo. Nonostante le mie ricerche, non sono riuscito a trovarlo ma ho trovato lei come artefice dei post e curatore, suppongo, dell'intero blog. Sarebbe così cortese da aiutarmi? La ringrazio fin d'ora 
Cordialmente Stefano




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